Dalla piccola Repubblica di San Marino è arrivato il grande suggerimento per l’alternativa a Sanremo. Sul monte Titano sabato scorso la Rai ha ratificato il successo dell’ultima edizione del Festival della canzone italiana equipaggiando la vittoria di “Tutta l’Italia”. Così l’intermezzo tarantellato di Gabry Ponte scelto da Carlo Conti come jingle della rassegna sanremese sarà il brano con cui San Marino affronterà la competizione dell’Eurovision Song Contest, di scena a Basilea dal 13 al 17 maggio, con addirittura la potenzialità di aggiudicarsi il microfono di cristallo, trofeo del vincitore.
“Tutta l’Italia” piace poco ai sammarinesi, che dal 301 dopo Cristo difendono la propria indipendenza da voraci imperatori romani e da ingordi porporati dello Stato pontificio e si destreggiano per tutelare un’identità non confondibile con l’area circostante. La canzone mostra però alcune caratteristiche strategiche. Il ritornello tormentone va incontro ai gusti musicali totocutugneschi del pubblico del nordest europeo, dominante nel giudizio finale della manifestazione. “Tutta l’Italia” poi si contrappone concettualmente a “Espresso macchiato”, il brano del concorrente dell’Estonia Tommy Cash che sfotte i soliti para-simboli tricolori, dagli spaghetti alla mafia. E siccome Lucio Corsi, il secondo classificato a Sanremo, per regolamento non potrà essere votato dagli italiani, la tiritera ruffiana di Gabry Ponte potrebbe da un lato rianimare l’orgoglio nazionale della penisola e dall’altro associare il pubblico del nordest europeo più sensibile ai brani orecchiabili e magari più solidale con l’Italia davanti al dileggio spaghetti-mafia imbastito dall’Estonia.