Cisgiordania, alt di Trump sull’annessione. Netanyahu frena dopo le pressioni Usa

Un avvertimento netto dagli Stati Uniti a Israele ha bloccato sul nascere il tentativo di annettere la Cisgiordania. Ieri il presidente americano Donald Trump ha dichiarato pubblicamente che l’annessione non avverrà, poiché una simile mossa comporterebbe la perdita del sostegno statunitense. Questa presa di posizione ha spinto il premier israeliano Benjamin Netanyahu a fermare l’iter di due proposte di legge che erano state approvate in via preliminare dalla Knesset.

La tensione è salita dopo il voto del parlamento israeliano su due disegni di legge, promossi dal partito di estrema destra Noam, per estendere la sovranità israeliana su quella che in Israele viene chiamata Giudea e Samaria. L’amministrazione Usa ha reagito immediatamente. Il presidente Trump ha spiegato di aver dato la sua parola ai Paesi arabi durante i negoziati per il cessate il fuoco a Gaza, ponendo l’annessione come una linea rossa invalicabile. Il segretario di Stato, Marco Rubio, ha definito l’ipotesi una minaccia alla pace, poco prima di partire per il Medio Oriente.

La pressione americana ha avuto effetto immediato. Netanyahu ha bloccato il progetto, definendo il voto alla Knesset una provocazione politica dell’opposizione. Il primo ministro ha chiarito che la sua coalizione non ha sostenuto la proposta, attribuendo il voto favorevole di un membro del Likud a una forma di dissenso interno. Questa mossa, avvenuta durante la visita in Israele del vicepresidente JD Vance, aveva irritato la delegazione Usa, che l’aveva definita uno stupido esercizio politico.

L’iniziativa legislativa aveva inoltre provocato la condanna di Egitto, Qatar e Turchia, garanti insieme agli Stati Uniti dell’accordo per la tregua a Gaza. La questione rischiava di complicare anche gli sforzi di Trump per includere l’Arabia Saudita negli Accordi di Abramo, un obiettivo chiave della sua politica estera. Proprio su questo punto, il ministro israeliano di estrema destra Bezalel Smotrich aveva creato un incidente diplomatico con Riad, venendo poi costretto a scusarsi.

In una recente intervista, Trump ha anche parlato del futuro della Striscia, annunciando la sua intenzione di recarsi a Gaza per presiedere un comitato per la pace. Non ha escluso la possibilità di chiedere il rilascio di Marwan Barghouti, figura di spicco di Fatah, e ha lasciato intendere un possibile avvicendamento alla guida dell’Autorità Palestinese. Nel frattempo, sempre nella giornata di ieri, delegazioni di Hamas e Fatah si sono incontrate al Cairo per discutere degli assetti post-bellici, mentre restano da adempiere alcuni punti dell’accordo di tregua, come la consegna dei corpi degli ostaggi e il disarmo di Hamas.