Il procedimento che vede indagato l’avvocato italiano Alberto Buriani, ora pro-tempore Giudice penale di primo grado a San Marino, è il 90/RNR/2018 e parte da una querela, finora rimasta quasi nascosta in quanto nessuno ne ha mai parlato né scritto, sottoscritta da Gabriele Gatti e dai suoi avvocati il noto Filippo Cocco del foro di Rimini e dal sammarinese avv. Gian Nicola Berti.
Secondo la rappresentazione post-denuncia – si legge nell’atto a firma del Commissario della Legge Morsiani – il dott. Buriani, nell’esercizio delle sue funzioni giudiziarie:
a) assumendo a tempo, nel medesimo procedimento, il ruolo di inquirente e di persona offesa di condotte in contestazione, abusava dei poteri inerenti le proprie funzioni per orientare l’interrogatorio sostenuto in carcere da Gabriele Gatti, soggetto a misura cautelare personale, trascurando la trattazione di argomenti difensivi rilevanti e prevenendo deliberatamente approfondimenti in violazione delle ragioni di giustizia piuttosto a tutela del proprio personale prestigio;
b) senza giustificato motivo, ometteva dolosamente di assecondare successive istanze di interrogatorio integrativo e a provvedere agli adempimenti, formali e sostanziali conseguenti ad una istanza di interrogatorio audioregistrato audioregistrato formulata dai difensori di Gabriele Gatti, allora prevenuto e ristretto in carcere, per integrare dichiarazioni rese nel corso del precedente interrogatorio;
c) alterava colpevolmente i fatti e le risultanze riferite ai fini della formulazione di istanza di rogatoria, incombente dal cui esito – lasciava intendere alla difesa del prevenuto – dipendeva la durata della misura cautelare applicata, senza accogliere le successive sollecitazioni istruttorie dei difensori tese ad elementari verifiche obiettive funzionali a ristabilire il vero delle circostanze presupposte alla richiesta di assistenza inoltrata.
d) violava il segreto d’ufficio e, in violazione della segretezza degli atti giudiziari, agevolava la conoscenza indebita da parte di terzi dei contenuti del mandato di carcerazione eseguito in data 17 ottobre 2015 a carico di Gabriele Gatti, provvedimento riprodotto in un volume a stampa edito mediante un file di stampa pressoché identico a quello del provvedimento originale, senza promuovere accertamenti mirati né iniziative atte a contrastare la divulgazione alla luce della della notorietà assunta dalla pubblicazione.
Fatti in San Marino, in data prossima all’esecuzione della misura cautelare (17 ottobre 2015) e della istanza per l’audioregistrazione (15 marzo 2016), sino alla revoca della misura cautelare (25 aprile 2016)