Clessidra. E’ morto l’ad Sposito, aveva 60 anni

SPOSITOClaudio Sposito, 60 anni, è morto questa notte dopo una grave malattia. Sposito era presidente e amministratore delegato di Clessidra, società di gestione del risparmio indipendente (attraverso fondi d’investimento) da lui fondata nel 2003. Attualmente era anche consigliere della Buccellati Holding Italia. Prima di Clessidra, aveva guidato quale ad la Fininvest e per dieci anni aveva ricoperto il ruolo di managing director di Morgan Stanley & Co con responsabilità sulle attività di investment banking per l’Italia. In precedenza aveva lavorato in importanti istituzioni finanziarie quali Barclays Bank, Citibank e Standard Chartered.

Colpito da un male che in brevissimo tempo lo ha costretto ad abbandonare ogni attività, ancora a luglio scorso Sposito progettava nuovi investimenti per le attività di Clessidra. Proprio in quei giorni stava valutando il dossier Interbanca, che Ge Capital aveva messo in vendita. Del resto, quella era un’area della finanza a lui particolarmente congeniale: «È un settore che conosciamo bene ed è in una fase di ristrutturazione», aveva dichiarato a un quotidiano. L’ultima operazione, la cessione a Vincenzo Onorato della quota di Clessidra nella compagnia Tirrenia, era stata forse la più complicata. Anzi, la non lunga coabitazione era stata particolarmente turbolenta e si era conclusa probabilmente con una piccola perdita per il suo secondo fondo. Ma per il veterano del private equity è stata probabilmente un’eccezione: il rendimento dei due fondi con i quali ha operato in questi anni producevano rendimenti annuali mediamente del 30% circa.

Proprio all’inizio del 2015 stava inoltre vivendo una stagione di rinnovato attivismo: dalla fine di aprile aveva infatti concluso in rapida successione l’acquisizione del 90% di Roberto Cavalli (insieme ad altri fondi internazionali), dell’80% di Arredo Plast oltre all’acquisto dell’Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane (Icbpi) in cordata con Advent International e Bain Capital. Sul lato delle cessioni, invece, all’inizio di maggio Clessidra era uscita (insieme alla famiglia) da Balconi Dolciaria, rilevata da Valeo Foods. L’ultima tappa era stata appunto la cessione di Tirrenia a Moby. All’inizio della scorsa estate aveva messo nel mirino anche Grandi Stazioni. «È un asset interessante, una bella azienda – aveva dichiarato – forse dimensionalmente un po’ grande per noi». Insomma, non è un sì ma nemmeno un no. Nel frattempo Sposito stava mettendo nuovo fieno in cascina: era infatti partito il fundraising per il terzo fondo di private equity targato Clessidra. Al primo closing aveva già raccolto 400 milioni, 6-700 milioni era lo step programmato a cavallo dell’estate e 1-1,1 miliardi l’obiettivo entro la fine dell’anno. Era la sua ultima creatura, quella che avrebbe dovuto celebrarlo come soggetto istituzionale stabile nel settore degli investimenti italiani. Anzi, aveva già cominciato a farlo perché le operazioni Cavalli (130 milioni l’equity che ci ha messo il fondo), Icbpi (120 milioni) e Arredo Plast (85 milioni) erano state perfezionate proprio con “l’ultimo nato” della scuderia.

Il Messaggero Economia