Clima impazzito, marzo caldo come maggio.

Le temperature primaverili di questi giorni allarmano gli esperti. Il Po in secca come ad agosto.

Registrate temperature dai 7 ai 10 gradi oltre la media.

Lo abbiamo notato tutti: in questi ultimi giorni le temperature sono state davvero gradevoli, praticamente primaverili. Se meteorologicamente parlando la stagione è iniziata il 1° marzo, dal punto di vista astronomico inizierà il 21. E per la natura, ma non solo, quello che sta succedendo è una anomalia. Le temperature che si sono registrate nei giorni scorsi sono infatti quelle tipiche di inizio maggio!

A lanciare l’allarme sono stati i meteorologi di Emiliaromagna- meteo.com che hanno portato qualche esempio pratico con alcune città della regione.

A Modena, le temperature medie del trentennio 1961-1990 indicano una temperatura media, per quanto riguarda i valori massimi, nella prima decade di Marzo, di +10.6°C. Nella giornata di Giovedì 9 Marzo la massima ha toccato +19.4°C mentre Venerdì 10 Marzo sono stati raggiunti i +21.2°C. Stiamo parlando di una temperatura tipica della prima settimana di Maggio, quindi due mesi di anticipo, quindi 11°C in più della media!

A Piacenza, le temperature medie del trentennio 1961-1990 indicano una temperatura media, per quanto riguarda i valori massimi, nella prima decade di Marzo, di +10.9°C. Nella giornata di Giovedì 9 Marzo la massima ha toccato +19.4°C mentre Venerdì 10 Marzo sono stati raggiunti i +23.3°C. Stiamo parlando di una temperatura tipica della terza settimana di Maggio, quindi oltre due mesi di anticipo, quindi quasi 13°C in più della media!

A Forlì, le temperature medie del trentennio 1961-1990 indicano una temperatura media, per quan- to riguarda i valori massimi, nella prima decade di Marzo, di +10.4°C. Nella giornata di Giovedì 9 Marzo
la massima ha toccato +19.9°C mentre Venerdì 10 Marzo sono stati raggiunti i +20.1°C. Stiamo parlan- do di una temperatura tipica della prima settimana di Maggio, quindi due mesi di anticipo, quindi quasi 10°C in più della media!

Ma veniamo a Rimini. Qui le temperature medie del trentennio 1961-1990 indicano una temperatura media, per quanto riguarda i valori massimi, nella prima decade di Marzo, di +10.4°C. Nella giornata di Giovedì 9 Marzo la massima ha toccato +16.3°C mentre Venerdì 10 Marzo sono stati raggiunti i +17.4°C. Stiamo parlando di una tempera- tura tipica della terza settimana di Aprile, quindi oltre un mese di anti- cipo, quindi 7°C in più della media!

Infine il sito porta l’esempio del Monte Cimone, dove le temperature medie del trentennio 1961-1990 indicano una temperatura media, per quanto riguarda i valori massimi, nella prima decade di Marzo, di -2.0°C. Nella giornata di Venerdì 10 Marzo sono stati raggiunti i +4.4°C. Stiamo parlando di una temperatura tipica della prima settimana di maggio, quindi circa due mesi di anticipo, quindi quasi 6°C in più della media!

Dunque una vera anomalia  che sta avendo conseguenze serie. Pochi giorni fa ad esempio un monitoraggio della Coldiretti ha portato alla luce come il lume Po sia in secca con lo stesso livello idrometrico della scorsa estate ad agosto ed inferiore di due metri rispetto allo stesso periodo del 2016. La colpa è di un andamento climatico del tutto anomalo in Italia dove anche a febbraio è caduto l’8% di pioggia in meno e le temperature minime sono state superiori di ben 3 gradi rispetto alla media secondo l’Ucea.

“La situazione del più grande fiume italiano – sottolinea la Coldiretti – è in realtà rappresentativa di una situazione di carenza che riguarda tutti i principali bacini idrografici. Una sofferenza determinata dal fatto che – continua la Coldiretti – molto asciutto è stato anche dicembre con il -67% di precipitazioni mentre gennaio è sotto la media (-4,1%)”.

Le maggiori preoccupazioni riguardano le regioni del nord dove la riduzione della pioggia è stata del 78,5% a dicembre e del 56,7% a gennaio. Il risultato è visibile nei principali bacini idrici dove secondo l’ultimo monitoraggio della Coldiretti lo stato di riempimento del lago Maggiore è al 39%, quello del Lago di Iseo al 24% quella del Lago di Como al 14% mentre più positiva la situazione sul Garda con il 78%.

Gli agricoltori lanciano anche un altro allarme circa gli sfasamenti stagionali e gli eventi estremi con precipitazioni brevi ma intense e il repentino passaggio dal maltempo al sereno. “Siccità e bombe d’acqua ma anche gelate estreme e picchi di calore anomali – continua Coldiretti – si alternano lungo l’anno e lungo tutta la Penisola sconvolgendo i normali cicli stagionali. Una s da anche per i consumatori che – precisa la Coldiretti – sono costretti a fare i conti con le fluttuazioni anomale nei prezzi dei prodotti che mettono nel carrello della spesa dove a febbraio si sono registrati aumenti del 37% nei prezzi dei vegetali freschi per le gelate di gennaio men- tre a marzo le quotazioni stanno rientrando con il bel tempo”. Davide Giardi, La Tribuna