Jet, carri armati ed elicotteri su Ankara. Il premier Yildrim: «Pagheranno un prezzo molto alto, un Paese democratico non permetterà azioni del genere»
La Turchia è a un passo dal suo quinto colpo di Stato. Questa sera una frangia dell’esercito ha bloccato gli accessi ai ponti sul Bosforo a Istanbul. Sono state isolate anche le strade che portano alla sede dello Stato Maggiore, ad Ankara. Dove sono stati sentiti colpi d’arma da fuoco, mentre jet militari e elicotteri stanno volando sopra la capitale della Turchia. Attorno all’aeroporto Ataturk di Istanbul un gruppo di carri armati sta bloccando qualsiasi tipo di accesso, causando la cancellazione di tutti i voli in partenza e in arrivo. Colpi d’arma da fuoco sono stati sentiti all’esterno del palazzo presidenziale.
«Elimineremo questa minaccia in breve tempo – ha dichiarato il presidente Erdogan, parlando attraverso uno smartphone alla Cnn turca -. Sono ancora il presidente della Turchia ed il comandante in capo: resistete al colpo di stato scendendo nelle piazze e negli aeroporti». Secondo fonti americane citate dall’emittente Msnbc, l’aereo di Erdogan non sarebbe atterrato a Istanbul perdirigersi verso la Germania, dove farà richiesta di asilo.
I golpisti, dopo aver preso in ostaggio il capo di stato maggiore turco Hulusi Akar, hanno fatto sapere di «aver preso il potere in tutto il Paese per ristabilire l’ordine democratico e la libertà». Attraverso la tv di stato TRT, le forze armate turche hanno dichiarato l’entrata in vigore della legge marziale e del coprifuocosu tutto il territorio turco. «Le forze armate turche hanno preso il potere su tutto il Paese per riportare in Turchia l’ordine costituzionale, lo stato di diritto, le libertà civili e la sicurezza generale – si legge nel comunicato dei golpisti, diffuso dal Guardian -. Tutte le relazioni diplomatiche e commerciali saranno mantenute.».
Nel frattempo un elicottero d’attacco dell’esercito ha aperto il fuoco contro la sede dell’intelligence ad Ankara, riferisce il sito russo di informazione Sputnik, secondo il quale i militari stanno disarmando le forze di polizia sia ad Ankara che a Istanbul. Mentre, stando a quanto riferisce la CNN turca su Twitter, una forta esplosione ha scosso il centro di addestramento delle forze speciali della polizia turca, nel quartiere di Golbasi. Secondo fonti locali, in tutto il Paese gli utenti avrebbero gravi difficoltà ad accedere ai social network come Facebook e Twitter, così come ai principali mass media e siti di informazione.
Il premier Binali Yildirim, da poco insediato, ha rilasciato una dichiarazione molto dura, parlando di «un gruppo di militari che ha tentato un colpo di stato militare» e aggiundendo che «un Paese democratico come la Turchia non permetterà una cosa del genere. Il governo eletto dal popolo resta in carica. Questo governo lascerà solo quando il popolo lo deciderà: useremo la forza contro la forza».
Per anni le forze armate, tradizionali custodi dello Stato laico fondato da Mustafa Kemal Ataturk, hanno rappresentato una vera e propria spina nel fianco per il presidente della Repubblica Recep Tayyip Erdogan. I militari sono già intervenuti nella vita civile dello stato in altre quattro occasioni: 1960, 1971, 1980, 1998.