Come le more selvatiche. Uomini o no … di Sergio Pizzolante

Il reportage di Paolo Giordano dall’Ucraina non è un reportage, è un termometro.
Non di quelli moderni, dove in un secondo, dall’orecchio, orecchiando, arriva subito la temperatura, tac, istantanea, spesso imprecisa, da ripetere a volte, più volte.
No è un termometro di quelli antichi. Deve entrare per un bel po’ nel tuo corpo, fra il braccio e il cuore, devi aspettare, portare pazienza. Quanta febbre ho? Aspetta. Devo tenerlo bene, il termometro, ti devi impegnare un po’ prima di scoprire quanta febbre, se ce l’hai, cosa fare.
Ecco, il reportage non reportage di Paolo Giordano è un termometro antico. Non è uno slogan sui social che ti è arrivato all’orecchio. Cose che hai orecchiato. Veloce, di fretta, per un giudizio frettoloso.
Ci devi mettere un po’. Devi leggere, a lungo, impegnarti, leggere e rileggere, fermarsi un po’, più volte, pensare, riflettere, spogliarsi, mettersi nudo, predisporsi a vedere l’evidente. Lo vedo? È evidente, non lo vedo? Sono cieco?
Cosa sono?
Sono uomo o no.
Cosa sono diventato.
Alla fine della lettura appare la propria temperatura.
Sergio Pizzolante