Comites San Marino: “Basta con la richiesta di rinunciare alla cittadinanza italiana in caso di naturalizzazione” … di Franco Cavalli

comitesMettere fine alla regola che impone la rinuncia alla propria cittadinanza, quella italiana, in caso di naturalizzazione a San Marino. Lo chiede il presidente della sezione sammarinese del Comites, il Comitato degli italiani residenti all’estero, Diego Renzi, che questa mattina nella sede del Comitato ha convocato la stampa per illustrare le posizioni del Comites stesso in merito alla legge sulla naturalizzazione e cittadinanza che si appresta a essere affrontata in seconda lettura in Consiglio Grande e Generale.

E le richieste non sono poche. Innanzitutto i tempi necessari per fare richiesta. Attualmente si tratta di 30 anni di residenza, (nella nuova legge la proposta è di abbassarli a 25). “Anche l’Ecri – sottolinea Renzi, riferendosi al rapporto periodico svolto dalla commissione del Consiglio d’Europa contro il razzismo e l’intolleranza –  ha sollecitato una modifica della normativa, in tutti i suoi ultimi rapporti”. Renzi ricorda come la proposta dell’Ecri chieda al Titano di uniformare tale termine alla media degli altri paresi che è di 10 anni e sottolinea tuttavia come lo stesso Comites, chieda comunque una riduzione ma non così drastica. “La nostra proposta – spiega – è di portare il termine a 15 anni”.

Altro punto il diritto all’elettorato attivo e passivo.

“In Italia – rimarca il presidente del Comites San Marino – bastano 6 mesi di residenza in un comune, per poter votare il Sindaco. Noi chiediamo che sia concesso ai residenti da almeno 5 anni, di poter votare per le Giunte di Castello e anche di consentire al residente da almeno 5 anni di candidarsi”.

Inoltre ci sarebbero da cambiare anche alcune limitazioni ritenute sempre dal Comites “discriminanti” in merito all’assunzione di incarichi nelle associazioni o nelle federazioni sportive, sempre per i residenti.

Ma  l’aspetto che tuttavia rappresenta in primo luogo e più di ogni altro il pomo della discordia, è appunto la necessità, per gli italiani, di dover rinunciare alla cittadinanza italiana per poter assumere quella sammarinese.

“Noi chiediamo che non ci sia la rinuncia – taglia corto Diego Renzi -. Rinunciare alla cittadinanza è come rinunciare a un genitore. Ci sentiamo sammarinesi perché viviamo qui da tanti anni. Ma come si fa dire se è meglio il babbo o la mamma? Non si dovrebbe scegliere tra l’una o l’altra cittadinanza. Spesso chi lo fa, lo fa per i figli, perché così possono incidere sulle scelte future di dove vivono. Scegliere la cittadinanza sammarinese rinunciando a quella italiana non è un atto d’amore come ci viene richiesto. Meglio sarebbe, e noi siamo favorevoli, fare un esame per verificare la conoscenza della lingua, delle istituzioni, della storia e della cultura di San Marino, come avviene per esempio negli Stati Uniti”.

Inoltre c’è un altro aspetto che rende ancora “più discriminante” sottolinea il Comites San Marino, la questione e il fatto che se a richiedere la cittadinanza sono persone cittadine di paesi che non consentono la rinuncia, come invece lo consente l’Italia, in quel caso l’obbligo di rinunciare viene meno e San Marino concede loro la cittadinanza biancazzurra senza imporre la rinuncia alla cittadinanza precedente, come avviene per esempio per i cittadini della Gran Bretagna.

“Anche l’Ecri – rimarca più volte Diego Renzi – nelle sue relazioni ogni cinque anni, ha posto in evidenza l’aspetto della rinuncia come discriminatorio e ha raccomandato al Titano di modificare la legge. Raccomandazione rimasta inascoltata”.

Renzi ricorda poi che come Comites sono stati richiesti e svolti incontri  con quasi tutti i partiti politici sammarinesi e che solo dalla Democrazia Cristiana, è arrivata una chiusura alla richiesta di eliminare l’obbligo di rinuncia della cittadinanza.

Altro neo, inoltre, la mancanza di risposte e disponibilità al dialogo da parte della segreteria di Stato agli Interni, a cui fa capo la legge in discussione nel parlamento sammarinese.

Ma il Comites non si arrende di certo e Renzi ha reso noto che in Italia è già stata depositata una proposta di legge da parte di una parlamentare della circoscrizione del nord America, Fucsia Nissoli del Pd, affinché l’Italia approvi una legge per restituire la cittadinanza italiana a tutti quei cittadini che hanno fatto richiesta di rinuncia per ottenere quella del nuovo paese di residenza, come in questo caso San Marino.

Dopotutto anche i numeri sono importanti e secondo i dati in possesso al Comites, sono ben oltre 13mila gli italiani residenti a San Marino, anche se di questi, ben 8mila hanno la doppia cittadinanza, cioè quella sammarinese e quella italiana. Questo è possibile ha ricordato Renzi, perché magari erano minorenni, oppure hanno riottenuto la cittadinanza italiana in seguito.

Dal Comites di San Marino, assicurano di lavorare per promuovere sempre una maggiore integrazione e collaborazione tra Italia e San Marino e tra residenti italiani e sammarinesi, per questo, a fianco delle richieste, arrivano anche iniziative.

“Stiamo mettendo in piedi – annuncia il presidente Diego Renzi – un bando di concorso per le scuole Superiori dedicato all’integrazione e all’emigrazione e sono già coinvolte con patrocinio la Segreteria di Stato alla Cultura e quella all’Informazione, oltre all’Ambasciata d’Italia a San Marino, l’associazione San Marino – Italia e il Museo dell’Emigrante di San Marino. Inoltre- aggiunge – portato un corso FIPE sul Titano con la Federazione pesi al termine del quale sarà rilasciato un Coni che è spendibile in tutta Europa”.

“Siamo convinti – conclude – che collaborare porta più vantaggi per tutti, mentre stare con i paraocchi è controproducente”.

Franco Cavalli