Commissione d’Inchiesta BANCA CIS. Vice dir. gen. GIANATTI#20. ”Era una gestione folle, non avevamo i soldi nemmeno per fare i bonifici da 2.000 euro”

PARTE VENTESIMA

COMMISSARIO: 2018, lei fino a giugno lavora in BANCA CIS?

GIANATTI: Si fino a luglio perchè l’ultimo mese ho fatto un po’ di ferie e di gestione di cose così perchè la mia data di scadenza era 31 luglio. In realtà molte posizioni già da aprile non le potevo piu’ seguire. Formalmente il dott. Guidi non aveva scritto niente, neanche mail ma tutto a voce. Vengo esautorato dalla gestione operativa ma non viene scritto niente da nessuna parte.

COMMISSARIO: All’inizio del 2018 è una fase molto importante ovvero c’è la possibilità della vendita ad Ali Turki e dall’altra parte nelle prime settimane c’è la richiesta a Banca Centrale di finanziamento. Si sperava che non lo venisse a sapere Turki perchè una banca che chiede un finanziamento a Banca Centrale non è proprio un indice di un particolare stato di salute. Quel finanziamento viene poi concesso ed anche reiterato. Che ragionamenti si facevano in banca rispetto a quella esigenza di liquidità? Una esigenza temporanea o si riteneva che fosse un’esigenza che a quel punto era strutturale e patologica di mancanza di liquidità. C’era la certezza? Però questo non corrisponde con quello che deve fare Banca Centrale in quanto BCSM presta i soldi nella condizione opposta. Guidi e gli altri erano sicuri che questi soldi arrivassero e rimanessero lì?

GIANATTI: ”La gestione dei bonifici, che sono quelli che sono difficile a fare quando non c’è liquidità, l’aveva Mularoni come gestione diretta ed io quando Mularoni era assente. Era una gestione folle nel senso che non avevamo i soldi nemmeno per fare i bonifici da 2.000 euro. E c’era questa condizione già da prima che arrivasse Turki. Con la venuta dell’arabo c’è stata una boccata di ossigeno perchè quando lui ha versato 15 milioni, quei soldi sono poi andati a fare parte della liquidità della banca. Anche successivamente, ma quei soldi hanno consentito di galleggiare per questo ultimo anno perchè prima non c’erano soldi neanche per fare bonifici da 2.000 euro. Ogni tanto ci sentivamo con Marco Mularoni, l’altro vice-direttore, perchè non sapevamo quali bonifici fare prima e quali non poter fare. Quando eravamo da Guidi lui era evasivo e diceva che BCSM i soldi ce li darà sempre. E noi pensavamo ma dobbiamo ridare anche quelli! Ma poi come facciamo? Quindi lui era veramente molto evasivo su quel punto di vista lì. Però la liquidità dovevamo gestirla noi con l’ultima parola sempre di Guidi. Anche in questa fase era sempre così, se decidevamo di fare un bonifico di 100.000 euro di un cliente anziché un altro … era come quello che deve decidere chi doveva morire e chi no. Ed erano decisioni che prendeva in ultima istanza Guidi perchè noi non potevamo in certi momenti non pensare di fare certi bonifici. Però purtroppo eravamo costretti a non farli, io nella causa civile che mi hanno fatto c’è anche una parte che riguarda un bonifico non effettuato per 500.000 euro, ma è perchè non avevamo i soldi. Io purtroppo non potevo farlo perchè non c’era la liquidità per fare quel bonifico. Quella è la prima situazione in cui una BANCA CENTRALE dovrebbe commissariare una banca. Con una situazione così reiterata di liquidità la banca deve essere commissariata, ma anche a tutela della banca stessa e dei correntisti. Ma non è mai stato fatto e parlo della gestione precedente, prima della Tomasetti. Però la situazione era quella, Banca Centrale aveva ben presente la situazione di liquidità di Banca Cis.”

COMMISSARIO: Lei è venuto a conoscenza che l’anno successivo ci fù un altro tentativo di acquisto della Banca Cis, ovvero quello della Stratos-Lunalogic? 

GIANATTI: ”No, io poi ho avuto anche un problema di carattere fisico dato che ho avuto un melanoma. Dall’uscita (Giugno 2018) fino a Febbraio 2019 non ho avuto piu’ rapporti. Sono comunque stato a San Marino a Maggio del 2019 e qualcosa la sentivo. Però rapporti non ne ho piu’ avuti, ho proprio tagliato i ponti. Anche perchè sinceramente, con mia figlia presente, 6 gendarmi sono entrati in casa e mi hanno anche aperto le bottiglie dell’acqua minerale un po’ di angoscia ce l’hanno data sia a me che a mia figlia. Ho proprio deciso di tagliare i ponti.”

 

FINE PARTE VENTESIMA

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