PARTE VENTITRESIMA
COMMISSARIO: L’operatività di Confuorti. Molto spesso succedeva che chiedeva un prestito alla banca per comprare strumenti finanziari che metteva a garanzia dell’affidamento. Il suo margine consisteva nella differenza tra il rendimento dei titoli e l’interesse che era quasi zero. Qual era la convenienza della banca ad esporsi, tra l’altro con cifre anche molto alte come alcune decine di milioni di euro?
GIANATTI: Nessuna, anche questa è un’operazione fuori da ogni logica bancaria. In teoria la garanzia va sempre precostituita, poi si dà l’affidamento e si mette a garanzia e si riprende i suoi soldi, ma non io banca dò un’affidamento ed io con quei soldi compro titoli. Quella è anche la contestualità del pegno che può anche venir meno in queste situazioni.
COMMISSARIO: Si noto però che i titoli che Confuorti prendeva venivano prestati alla banca e la banca li metteva sottostanti ad operazioni di pronti contro termine. Questa poteva essere l’utilità forse? Però a quel punto …
GIANATTI: Quella forse era l’unica utilità che c’era. Però poteva farlo direttamente.
COMMISSARIO: Lei si è dato una spiegazione di questa attività della banca? Perchè si parla di decine di milioni di euro che incidevano per il 10% sugli impieghi totali.
GIANATTI: E’ quello che ho detto prima. C’era un rapporto tale tra loro che gli permetteva di fare queste cose. Perchè altrimenti non aveva senso.
COMMISSARIO: Era l’unico cliente che aveva questa operatività con queste cifre nella banca?
GIANATTI: Assolutamente si. Ce ne erano altri piu’ piccolini, che hanno fatto operazioni simili ma con importi molto molto piu’ bassi. Su quel livello di entità era l’unico, soprattutto l’unico che aveva quelle operazioni che transitavano con i pronti contro termine sulla banca.
FINE PARTE VENTITRESIMA
L’AUDIO DELLA DEPOSIZIONE DI GIANATTI