Forse la ‘graphic novel’ di “Nekropola”, il suo libro più importante, è l’ultimo tassello che mancava a un’opera – e a uno scrittore – che nella sua lunga vita ha diffuso i libri scritti in ogni declinazione possibile, peraltro facendo della sua stessa vita una testimonianza, dunque in qualche modo un’opera d’arte. Oggi quel capolavoro che racconta gli orrori della guerra e le atrocità commesse nei lager nazisti, è stato presentato, appunto, in forma di graphic novel, al Kulturni dom “Igo Gruden” di Duino Aurisina (Trieste).
Non un giorno a caso, ma il 26 agosto: oggi l’autore triestino di lingua slovena, Boris Pahor, avrebbe compiuto 109 anni. E avrebbe apprezzato un compleanno festeggiato con una nuova iniziativa editoriale.
Boris Pahor è invece scomparso il 30 maggio scorso, e con lui se n’è andato uno dei testimoni più lucidi delle discriminazioni contro la minoranza slovena a Trieste durante il regime fascista.
A dispetto dell’età, di quell’indomabile spiritaccio animato da singolare combattività e vis polemica, a Trieste si avverte la mancanza. In qualche modo se ne è andato appagato, con i due presidenti (Borut Pahor e Sergio Mattarella) che si tengono la mano sul Carso triestino e il Narodni Dom – li’ dove in pratica era cominciata la sua storia personale – bruciato dai fascisti nel 1920, restituito alla comunita’ slovena.
Forse per riempire o esorcizzare questo vuoto oggi è stata lanciata la proposta di intitolare lo spazio verde di piazza Oberdan “Roseto Boris Pahor per la pace e l’amore”. Lo ha fatto il Comitato pace convivenza solidarietà ‘Danilo Dolci’ prevedendo la piantumazione di tre specie di rose – Triestina, di Hiroshima e di Assisi – da dedicare “allo scrittore e a quanti soffrirono durante la feroce dittatura nazista e fascista”. Ora, dunque, comincerà un’apposita raccolta di firme, anche per la “realizzazione di un museo con quanto ancora esiste di testimonianza concreta delle indescrivibili celle di quelle che furono le prigioni delle SS nelle cantine del palazzo n. 4 di piazza Oberdan, dove fu portato anche Pahor”. Stamani una delegazione del Comitato e dell”Ente Italiano per la conoscenza della lingua e della cultura slovena è andata al cimitero di Sant’ Anna per deporre un mazzo di fiori con una dedica bilingue, sulla tomba dello scrittore e intellettuale.
Infine, il commosso ricordo di chi con lui ha avuto uno stretto rapporto e ha anche scritto un libro insieme, Tatjana Rojc, senatrice e rappresentante della comunità slovena: “Con questa nuova versione di Necropoli in qualche modo il grande Vecchio passa il testimone alle nuove generazioni. Il giovane illustratore Jurij Devetak si fa simbolicamente portatore di una testimonianza che è patrimonio dell’umanità”. (ANSA).
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