FORLÌ UN NOME solo al comando in quest’ultima indagine aperta sulla vita e sulla morte di Marco Pantani, trovato cadavere per overdose in un residence di Rimini il 14 febbraio 2004. Quel nome è Renato Vallanzasca. L’ex bel René. Il re della mala milanese degli anni Settanta e Ottanta. Il capo della procura di Forlì Sergio Sottani e il sostituto Lucia Spirito puntano su lui per dare sostanza al fascicolo distinto dall’inchiesta vdi Rimini che vede come bersaglio della trama il Pirata del sport italiano. L’indagine ruota attorno all’esclusione di Pantani dal Giro del ’99 e al momento conta due deposizioni volontarie (la madre di Pantani e il giornalista televisivo Davide De Zan) e due interrogatori a persone informate sui fatti (Roberto Rempi, medico sociale della Mercatone Uno nel ’99, e l’ex massaggiatore Primo Pregnolato). Colloqui verbalizzati da cui sono emersi «indizi labili» ammettono gli inquirenti, relativi a «vaghe minacce». MA L’UNICO vero asso nella manica degli inquirenti forlivesi è l’ex bel René, che in carcere, nel ’99, venne avvicinato da un sedicente «affiliato alla camorra, nel giro delle scommesse clandestine…» che gli disse di «puntare soldi contro Pantani, perché tanto sarà squalificato dal Giro…». Se Vallanzasca accetterà di parlare col procuratore Sottani l’inchiesta forlivese potrebbe decollare con elementi concreti. Il legale di Vallanzasca, Debora Piazza, sostiene che «non c’è nulla di nuovo rispetto alla lettera che Vallanzasca scrisse alla madre di Pantani». Il fascicolo è contro ignoti: nessun indagato. E prefigura ipotesi di associazione a delinquere finalizzata a minacce, truffa e frode sportiva. Reati che se risultassero commessi solo nel ’99 rischiano l’automatica prescrizione. Per questo l’obiettivo di Sottani e Spirito è trovare reati continuati anche oltre il ’99. IL FASCICOLO viene aperto dopo la deposizione spontanea della madre di Pantani, l’estate scorsa. Per mamma Tonina il 5 giugno ’99 «Marco venne incastrato». Tonina cerca la riabilitazione del Pirata. Stessa cosa vuole l’amico di Marco, Vittorio Savini, oggi vicesindaco di Cesenatico: «Qualcuno alterò la fialetta del suo sangue a Campiglio e l’ematocrito risultò oltre la soglia». Un complotto della camorra? In questo caso l’inchiesta andrebbe alla Dda di Bologna. E che cosa sa di concreto Vallanzasca? Il Resto del Carlino
