
(ANSA) – BOLOGNA, 31 AGO – Quando il Covid-19 provoca un
doppio danno al polmone, rovinando sia gli alveoli che i
capillari polmonari, la mortalità dei pazienti in terapia
intensiva aumenta sensibilmente. E’ il meccanismo scoperto e
descritto da uno studio italiano, capofila il Sant’Orsola di
Bologna e pubblicato su Lancet Respiratory Medicine il 27
agosto, i cui risultati consentiranno di individuare rapidamente
chi è più a rischio, così da mirare le terapie. Due esami
identificano questa condizione la cui diagnosi precoce, assieme
al supporto delle massime cure disponibili in terapia intensiva,
si stima possa portare a un calo della mortalità fino al 50%.
Lo studio è stato condotto su 301 pazienti di Policlinico di
Sant’Orsola di Bologna, Policlinico di Modena, Ospedale
Maggiore, il Niguarda e l’Istituto Clinico Humanitas di Milano,
l’Ospedale San Gerardo di Monza e il Policlinico Gemelli di
Roma. E’ stato coordinato dal professor Marco Ranieri, direttore
dell’Anestesia e Terapia Intensiva Polivalente del Policlinico
di S. Orsola, con il coinvolgimento del professor Franco
Locatelli dell’Ospedale Bambino Gesù, presidente del Consiglio
Superiore di Sanità e membro del Cts. (ANSA).
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