“Con Meloni una svolta rispetto ai tecnici”

«Finalmente l’immigrazione è stata riconosciuta come un tema europeo». Carlo Fidanza, capodelegazione di FdI al Parlamento Ue, non ha dubbi ed elogia i risultati ottenuti dalla Meloni al Consiglio Ue.

Il governo italiano detta la linea.

«C’è un’attenzione nuova alla protezione delle frontiere esterne e alle politiche da attuare in Africa in una logica di contenimento dei flussi. Ovviamente non è abbastanza e bene ha fatto il nostro premier a richiamare ad un’attuazione rapida ed efficace di quanto stabilito».

Cosa è cambiato rispetto al passato?

«Finora invece i governi tecnici e di sinistra avevano accettato supinamente la logica della redistribuzione dei migranti, fallimentare alla prova dei fatti. La sinistra che critica Meloni è quella che ancora oggi chiede una missione Ue sul modello Mare Nostrum, cioè il più grande fattore di attrazione di clandestini che si possa immaginare. Una follia inumana, anche perché più partenze portano a più morti in mare. Lo dicono i numeri».

Meloni ha parlato del rischio di una bomba migratoria dalla Tunisia. Alcuni governi Ue mettono in dubbio gli accordi con Tunisia e Libia: chi rema contro l’Italia e perché?

«Non possiamo permetterci che in Tunisia si ripeta una situazione simile alla Libia post-Gheddafi. Per questo Meloni insiste e per sbloccare il prestito del Fmi, che consentirebbe tra l’altro al governo locale di aiutarci a contrastare i trafficanti. L’incontro Meloni-Macron va in questa direzione. Qualcuno, soprattutto nel nord Europa, lamenta gli scarsi standard democratici in Tunisia ma la stagione fallimentare delle primavere arabe dovrebbe insegnarci ad essere più pragmatici. Anche perché l’alternativa sono ancora una volta i Fratelli Musulmani».

Nel 2015 la Germania ha spinto l’Ue a stipulare accordi con la Turchia di Erdogan per il controllo dei flussi, ma oggi non si impegna nello stesso modo per gestire flussi analoghi verso l’Italia. Non è un paradosso?

«Non solo! Le aggiungo che il governo di sinistra tedesco finanzia le Ong immigrazioniste e che la Turchia non sta rispettando quegli accordi, altrimenti forse oggi non staremmo piangendo le vittime di Cutro. Quando chiediamo di essere sostenuti nella difesa dei confini noi facciamo qualcosa di straordinariamente europeo».


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