INTERPELLANZA-1
La recente normativa in materia di concessione delle licenze per l’esercizio di attività industriali, di servizio, artigianali e commerciali è stata introdotta anche con l’obiettivo della semplificazione burocratica, allo scopo di rendere più fluide le procedure e agevolare e promuovere la progettualità degli operatori economici.
Sembra però che l’adozione delle nuove modalità dia adito a una difficoltà di interpretazione causata dall’ambiguità di alcune disposizioni e persino dalla loro contraddittorietà. La circostanza produce ritardi operativi, disagi e danni economici ai promotori.
Considerata la criticità del settore causata dalla crisi globale e dal particolare momento di difficoltà che sta vivendo la repubblica di San Marino, è lecito chiedersi se sono state messe in campo tutte le energie utili a rilanciare lo sviluppo del nostro Paese,
interpello dunque il Governo per conoscere
quali sono i suoi intendimenti e quali iniziative intende intraprendere per accertare la coerenza procedurale delle nuove regole e la loro compatibilità con il quadro di certezze e di semplificazione al quale mirava l’adozione delle nuove normative;
quale tipo di assistenza e quali strumenti facilitativi intende introdurre affinché gli uffici competenti possano accordarli a chi desidera avviare un’attività, e in particolare ai più giovani o a quelli che si affacciano per la prima volta al mondo dell’impresa.
INTERPELLANZA-2
Nel luglio 2010 è stata introdotta una nuova disciplina per l’esercizio delle attività industriali, di servizio, artigianali e commerciali a garanzia della certezza, della legalità e della trasparenza del sistema economico sammarinese. Fra gli obiettivi dichiarati dei provvedimenti figurava il rafforzamento dell’economia reale e il contrasto al profitto facile e ai comportamenti illeciti dell’imprenditoria d’assalto.
A distanza di circa un anno è interesse comune verificare se gli effetti delle nuove regole stanno conseguendo i traguardi sperati, specie di fronte a un quadro che ancora registra circa 3.500 licenze di attività che non occupano alcun dipendente, circostanza che pone legittime perplessità sulla serietà e la consistenza di molti fumosi progetti aziendali.
Poiché mi risulta che, contrariamente ai nuovi disposti normativi, un numero consistente di queste licenze non sia più operante da tempi superiori ai termini di sospensione previsti dalle leggi vigenti,
interpello il Governo per conoscere:
quante di queste circa 3.500 licenze siano attive o sospese e, se sospese, se rientrano nei tempi di sospensione previsti dalla legge;
quali provvedimenti il Governo stia adottando o abbia intenzione di adottare per garantire in tempi brevi il rispetto dei termini previsti per la restituzione delle licenze a seguito di cessazione delle rispettive attività.
Francesca Michelotti