Concordia, sentenza attesa in serata. Schettino piange: “Quella sera sono morto anch’io”. Anche video

schettinoSiamo alle ore decisive per la sentenza del processo Concordia. L’unico imputato, Francesco Schettino, attende il pronunciamento dei giudici. Schettino ha pianto in aula leggendo una sua memoria alla corte.

Ha pianto nel momento in cui ha parlato di un incontro privato che ha avuto con alcuni naufraghi. “Mi sono incontrato con loro a casa mia”, ha detto. “Sento di dire e, forse non è stato compreso – ha anche affermato -, che il 13 gennaio 2012 sono in parte morto anche io. Dal 16 gennaio la mia testa è stata offerta con la convinzione errata di salvare interessi economici”.

TANTE TELECAMERE DI FRONTE AL TEATRO MODERNO – Network di tutto il mondo sono davanti al Teatro Moderno con le loro telecamere. Tutti in attesa della sentenza. Che potrebbe arrivare all’ora di cena, se la corte esaurirà i lavori della camera di consiglio. Ci sono network americani e orientali. Tra gli altri, c’è ancheAl Jazeera. Il pomeriggio è scorso via tranquillo. Schettino è in un luogo segreto in Maremma ad attendere la sentenza.

GLI AVVOCATI DIFENSORI: “I GIUDICI HANNO CAPITO” –  «Il comandante Francesco Schettino da tre anni prova a spiegare la verità. Quello che ha detto pochi minuti fa è soltanto una ripetizione dei concetti che molti hanno tentato di distorcere. Abbiamo cercato di smontare tutto e i giudici hanno capito, ne sono sicuro». Lo ha detto uno dei difensori di Francesco Schettino, avvocato Donato Laino, parlando coi giornalisti fuori dal Teatro Moderno dopo che i giudici si sono ritirati in camera di consiglio.

“Sono finito in un vero e proprio tritacarne mediatico – dice Schettino – Tutto questo, unito al dolore per quello che è successo, difficilmente può essere chiamato vita”. Schettino accusa i mass media e chi lo ha voluto dipingere “fin dall’inizio come il colpevole, il tutto in una logica utilitaristica“. Schettino parla di strategie “tese a isolarmi nel dibattimento processuale”. Parla di fatti “alterati nella sostanza e nella forma, offrendo un’immagine al pubblico non corrispondente alla realtà. Si tratta di un disegno di tre anni fa che vede ricadere ogni responsabilità sulla mia persona”.

Schettino difende le sue scelte e afferma che sue indicazioni sono ora utilizzate nella sicurezza delle navi. ” Dopo questo incidente sono cambiate le normative a livello internazionale. La pubblica accusa ha detto di me che non ho chiesto scusa alle vittime. Io non ho fatto la scelta di mostrare in pubblico il mio dolore. Alla fine mi vedo costretto a raccontare momenti intimi e dolorosi che ho condiviso con alcuni naufraghi”. Qui Schettino ha cominciato a piangere e qui ha chiesto di chiudere la sua testimonianza.

Con questa memoria si è chiusa la fase dibattimentale del processo. Adesso c’è la camera di consiglio, con la corte che deve decidere su assoluzione o condanna dell’ex comandante. La sentenza sarà o nella serata di mercoledì 11 febbraio o nella mattinata di giovedì 12. A Grosseto ci sono le televisioni di tutto il mondo. Nel naufragio della Costa Concordia di fronte alle coste dell’Isola del Giglio il 13 gennaio 2015 morirono 32 persone. Schettino è arrivato intorno alle dieci con il suo avvocato su una macchina scura. E ha raggiunto l’aula, come sempre, attraverso la porta secondaria del Teatro Moderno, dove si svolge il dibattimento.

LE PARTI CIVILI: “NO A STENTENZA FORCAIOLA” – «Spero che non si tratti di una sentenza forcaiola solo nei confronti di Schettino. Bisogna punire anche la compagnia. E anche severamente». Lo ha detto uno degli avvocati di parte civile, Massimiliano Gabrielli di Roma, uscendo dal teatro Moderno di Grosseto dopo che i giudici si sono ritirati in camera di consiglio. L’avvocato Michelina Suriano, che assiste naufraghi di Bologna, ha invece commentato: «Capisco umanamente Schettino, ma avrei preferito che queste lacrime fossero piante all’inizio del processo. Continuo a chiedere giustizia e un risarcimento equo per i miei assistiti».

ORE 11.54 – L’AVVOCATO DIFENSORE: “QUALCOSA E’ CAMBIATO SULLE NAVI COSTA” – Dalla tragedia dellaConcordia qualcosa è cambiato, dice l’avvocato Pepe, sulle navi Costa. “Sono stato sulla Costa Diadema. L’equipaggio è molto presente e accompagna i passeggeri dalla cabina al luogo di riunione prima che la nave parta per l’esercitazione di emergenza. Non come accadde sulla Concordia, dove l’esercitazione si svolse dopola partenza”. “Vengono addirittura – dice l’avvocato – a controllare il tuo giubbotto di salvataggio, dicendoti se è allacciato bene oppure no. Allora questo processo è servito a qualcosa, magari a salvare altre vite umane per il futuro. Sono un vecchio crocerista di Costa da trent’anni e l’ho sempre stimata e pare davvero che ora siano attenti alla sicurezza”.

ORE 11.32 – PARLA L’AVVOCATO DOMENICO PEPE – Dopo Laino, a parlare è l’avvocato Domenico Pepe, l’altro difensore di Schettino. “Sono stato presente fin dal primo momento offrendo la mia collaborazione alla procura della Repubblica. Una collaborazione che fosse per l’accertamento dei fatti, in una vicenda così complessa”. Pepe dice “chiesi alla procura che cosa dovevo fare per collaborare e per arrivare all’accertamento della verità”. “Credo – dice Pepe – che non si sia arrivati a una vera sintesi di tutta la vicenda. Si è creato un enorme minestrone e non sono mai riuscito a cogliere il significato. Ci sono stati dati in grande quantità, dati difficilmente interpretabili da un comune mortale. Un vero abuso processuale. Abbiamo avuto una sola fortuna. Siamo riusciti a fare questo grazie al nostro assistito, che è un tecnico, insieme ad altri tecnici come professori universitari che ci hanno aiutato a leggere le vicende processuali”.

Pepe torna su una frase del pm Pizza che aveva detto: “Per un avvocato è più facile volare che difendere Schettino”. “E’ possibile – dice Pepe – che non ci si renda conto che Schettino ha sofferto in questi tre anni la peggiore pena che si possa scontare? Ingiuriato, offeso anche in udienza. Un comune mortale non ce l’avrebbe fatta. E’ stato perseguitato dalla stampa, dai network, da tutti. Non si può muovere da tre anni, non si può spostare, non possiamo andare al ristorante. Dobbiamo nasconderci. Centinaia di telecamere aggrediscono la macchina che guido. Ho subito sgraffi alla macchina. Aggressioni vere e proprie pur in buona fede perché i cameraman devono lavorare”.

“Non è vero – continua Pepe – che Schettino ha abbandonato la nave. La nave gli si stava abbattendo addosso. Verità deviate da interpretazioni un po’ troppo leggere da parte della procura”.

LA PAROLA ALLA DIFESA DI SCHETTINO – Ha preso poi la parola l’avvocato Donato Laino, che difende Francesco Schettino. Ci sono una serie di passaggi tecnici. Il comandante Schettino ascolta in silenzio davanti ai due computer che porta sempre con sé e con i quali supporta il suo avvocato difensore nell’esposizione dell’arringa.

ORE 10-15 – PARLA L’AVVOCATO DI COSTA, DE LUCA, CHE AVEVA AVUTO UN MALORE  – E’ ripreso al tribunale di Grosseto il processo sul naufragio della Costa Concordia di cui a breve è prevista la sentenza. L’udienza è cominciata con la conclusione della replica di Costa Crociere, interrotta ieri sera a causa di un malessere all’avvocato Marco De Luca. Lo stesso legale, che era stato soccorso dal 118 e portato in ospedale per accertamenti medici, oggi è tornato in aula e sta terminando il suo intervento in cui critica le richieste di risarcimento delle parti civili alla compagnia di navigazione.

A QUANDO LA SENTENZA? – Tutti si chiedono quando arriverà la sentenza. La camera di consiglio dovrebbe cominciare non prima del pomeriggio di oggi, mercoledì 11 febbraio. Verosimilmente la sentenza si avrà nella mattinata di giovedì. La nazione