
(ANSA) – NAPOLI, 03 GEN – “Un 2022 tra luci e ombre. Bene il
turismo con un aumento del 10% rispetto al 2019 anche se manca
quello di fascia alta, pesanti ancora i problemi per il
commercio con i saldi in arrivo il 5 gennaio che non risolvono i
problemi strutturali. Incide anche il cambiamento climatico sia
sui costi che sulle scelte che danneggiano l’abbigliamento per
l’eccesso o caldo. I circa ventimila pubblici esercizi di Napoli
e provincia raggiungono un fatturato di circa mezzo miliardo di
euro. Incremento di presenza nel periodo natalizio del 10 %
rispetto ai dati del 2019. La delocalizzazione sarebbe una
importante opportunità di ampliare l’offerta per le imprese ma
servono sinergie istituzionali e incentivi”.
Questo in sintesi il quadro indicato dal presidente di
Confcommercio Napoli Massimo Di Porzio che indica anche altre
positività: “Va bene l’enogastronomia, soprattutto con i cenoni
degli ultimi giorni anche per la maggiore propensione dei
napoletani oltre che dei turisti di trascorrere le festività nei
locali. Il turismo è in crescita, più che altro composto da
famiglie italiane e da individuali o coppie di fascia media, ma
occorrerebbe alzare l’asticella dell’accoglienza e dell’offerta
per attrarre un turismo di fascia più alta, programmando servizi
migliori di accoglienza e una adeguata comunicazione. Insomma
dati positivi dopo gli anni del Covid ma è ancora un turismo low
cost”, sottolinea ancora Di Porzio che vede comunque “aspetti
positivi per l’apertura della metropolitana e della funicolare
nella serate di Capodanno così come dei musei il primo gennaio,
molto apprezzato dai turisti. Criticità restano però sui
trasporti, sulla pulizia delle aree turistiche e
sull’affollamento eccessivo in alcune aree della città.
Occorrerebbe diversificare l’offerta e collegare meglio tutte le
aree della città”.
Note dolenti anche per quanto riguarda il commercio “con una
crisi strisciante dovuta al calo del potere di acquisto dei
consumatori e all’incremento esponenziale delle vendite on line.
Soffre soprattutto la fascia media del commercio tradizionale,
abbigliamento, accessori e gioiellerie che risente maggiormente
della crisi. Le vendite sono in calo del 15% rispetto agli
scorsi anni, che si traducono in milioni di euro di fatturato in
meno. Il 5 gennaio cominciano i saldi che sicuramente sono
un’occasione di acquisto e di liquidità per i negozi,
soprattutto per l’abbigliamento, ma non risolvono il problema
strutturale. Per contrastare questo declino – ha concluso il
presidente di Confcommercio Napoli – occorre costituire al più
presto i distretti del commercio, che saranno un veicolo di
rigenerazione urbana e servono anche scelte coraggiose in tema
di ulteriori pedonalizzazioni di aree della città a vocazione
commerciale, come Chiaia, Vomero e alcune aree del centro
storico. Iniziative che devono andare di pari passo con un
miglioramento dei trasporti, con parcheggi d’interscambio e
navette che portino i turisti alle aree commerciali insieme ad
incentivi per le attività di artigianato locale. Interessante
infine l’idea delle strade dell’artigianato, come San Gregorio
Armeno, San Sebastiano, via Morelli ed altre”. (ANSA).
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