
La Corte Suprema iraniana oggi ha confermato la pena di morte per il dissidente iraniano-svedese Habib Farajollah Chaab, rapito due anni fa da agenti iraniani in un aeroporto in Turchia e accusato dal regime di Teheran di terrorismo. Lo scrive il sito Mizan Online. La sentenza è stata emessa lo scorso 6 dicembre. “La pena di morte per Habib Farajollah Chaab, imputato di corruzione in terra per la formazione, la gestione e la guida del gruppo ribelle chiamato Harakat al-Nidal e per aver progettato ed eseguito numerose operazioni terroristiche nella provincia del Khuzestan è stata approvata dalla Corte Suprema”, si legge sul Mizan.
Chaab in particolare è accusato dalla giustizia iraniana di essere l’organizzatore, attraverso l’organizzazione Harakat al-Nidal, dell’attentato del 2018 durante una parata militare a Ahvaz, nel Khuzestan – in cui la maggioranza della popolazione è araba e non persiana -, in cui morirono 25 persone e altre 250 furono ferite. Era stato poi catturato nell’ottobre 2020 in un’operazione degli 007 iraniani e portato nella Repubblica islamica il mese successivo. In seguito, aveva confessato in un programma televisivo iraniano di essere un agente dei servizi sauditi e si era dichiarato responsabile dell’attentato di Ahvaz. Queste confessioni pubbliche di persone in custodia delle forze di sicurezza sono frequenti in Iran.
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