Come Giuseppe Garibaldi, al grido di “O Roma o morte” ci siamo lanciati alla conquista di Roma.
Riunione congiunta commissione esteri Italia e San Marino, incontri con capigruppo della Camera dei deputati, incontri politici tra rappresentanti delle diverse forze politiche hanno caratterizzato la settimana appena trascorsa.
E’ stato un appuntamento importante per cercare di riattivare un minimo di relazioni politiche tra i due Paesi, stagnanti oramai da mesi.
Si è dato atto a San Marino che molto sul piano tecnico è già stato affrontato e risolto, invitando i rispettivi Governi a concludere il confronto in tal senso in tempi rapidi tali da non pregiudicare gli interessi economici in gioco.
Conclusioni che testimoniano l’importanza del ruolo dei rispettivi Parlamenti.
Alla cruda realtà ci ha però riportato immediatamente il ministro Giulio Tremonti che ci ha ricordato le troppe banche e finanziarie per una piccola realtà come la nostra ed una Banca Centrale oramai senza Presidente da troppo tempo.
Effettivamente a ben guardare, i “suggerimenti” del superministro dell’economia italiano non sembrano del tutto infondati.
Oramai una profonda ristrutturazione del nostro sistema bancario e finanziario sembra divenuta una necessità ineluttabile, soprattutto a seguito dell’emorragia provocata dallo scudo fiscale.
La raccolta è diminuita di circa un terzo in poco meno di un anno.
E’ un importante ridimensionamento che và governato non solo dai politici ma anche e soprattutto dai tecnici.
Ragion per cui, anche all’interno del Paese, molti si chiedono cosa si aspetti a nominare il nuovo Presidente di Banca Centrale.
A questo si aggiunga che non è stata fatta per nulla chiarezza nell’affaire Cassa di Risparmio – Delta – Sopaf, sulle ingerenze della politica nella vicenda che non si chiuderà certamente con l’individuazione del capro espiatorio in Mario Fantini.
Il Paese ha fatto un grosso sforzo per rinnovarsi ed adeguarsi agli standards della comunità internazionale. Adesso forse è il turno della politica.
Alberto Chezzi