Consob: le donne nei Cda toccano il 43% ma solo il 2% è al vertice

Continuano ad aumentare le donne nei cda delle società italiane, che raggiungono un nuovo record alla fine del 2022, ma sono ancora poche quelle ai vertici, nel 2%
dei casi amministratrice delegata e nel 4% presidente . Dal Rapporto Consob sulla corporate governance delle società quotate italiane “emerge la crescente diversità di genere, che a fine 2022 vede attestarsi al 43% la quota degli incarichi di amministratore delle società quotate esercitata da una donna, per effetto dell’applicazione della quota di genere dei due quinti dell’organo prevista dalla legge”.

“In linea con le tendenze osservate negli anni precedenti, a fine 2022, le donne ricoprono il ruolo di amministratore delegato in 17 società di piccole dimensioni (rappresentative del 2,1% della capitalizzazione di mercato) e presiedono l’organo amministrativo di 32 emittenti di più elevate dimensioni (rappresentativi del 27,4% della capitalizzazione complessiva)”, si legge nel rapporto.

I dati confermano anche che le donne sono titolari di più di un incarico di amministrazione con maggior frequenza rispetto agli uomini: tale situazione riguarda il 28,6% delle donne, rispetto al 21% dell’intera popolazione degli amministratori. Il dato del cosiddetto interlocking femminile mostra tuttavia una continua flessione negli anni recenti, dopo il massimo pari al 34,9% raggiunto nel 2019.

In generale gli amministratori hanno un’età media di 57 anni e sono raramente stranieri (in media il 5,6% del board, che sale all’11% per le imprese del Ftse Mib e al 26% per le società controllate da istituzioni finan- ziarie), quasi sempre laureati e con profilo manageriale nei due terzi dei casi. Gli amministratori family (azionisti di controllo o a essi collegati da legami familiari) rappresentano in media il 15,5% degli incarichi, che raggiunge quota 26% nelle società a controllo familiare. 


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