Per qualcuno il Garante ha già commissariato il capo politico, mentre altri, nel M5s, pensano che Giuseppe Conte voglia sfruttare Beppe Grillo come cavallo di Troia per mettere le mani sul partito e farne la sua lista personale. Resta il fatto che negli ultimi giorni abbiamo registrato le prime divergenze tra i due protagonisti della diarchia che sarà a capo del Movimento del futuro. Prima la Cina, con Conte che ha scelto di marcare visita all’incontro con l’ambasciatore organizzato da Grillo. Dopo le pressioni, l’avvocato ha preferito non presentarsi per non alimentare le polemiche, nelle ore in cui il premier Mario Draghi era in Inghilterra per il G7. E adesso il limite dei due mandati, blindato dal comico. «Il doppio mandato non è nello statuto attuale e non sarà nel nuovo statuto – dice Conte a Lucia Annunziata a Mezz’ora in più su Rai3 – è nel codice etico, quindi quando vareremo questo nuovo progetto ci occuperemo del regolamento». In realtà l’ex premier cercherà di derogare il meno possibile. L’obiettivo – condiviso con Grillo – è quello di costruire un M5s completamente rinnovato. Quella «proposta ragionevole» evocata da Conte potrebbe basarsi su un salvacondotto ad hoc per «i meritevoli», come anticipato dal Giornale nei mesi scorsi. Tocca mediare tra le esigenze dei big che vogliono conservare la poltrona e «la posizione di Beppe Grillo». Che è «assolutamente da considerare», spiega Conte.
Per ora lo scioglimento del nodo è rinviato a data da destinarsi. Invece è già cominciata la corsa per quello che il leader dei 5 Stelle chiama «una sorta di consiglio nazionale». Una segreteria politica che i capicorrente vorrebbero il più larga possibile. «Dobbiamo rappresentare tutte le anime», è il ragionamento dei big. Si fanno i nomi di Chiara Appendino, Luigi Di Maio, Lucia Azzolina, Paola Taverna e del contiano Mario Turco, ex sottosegretario a Palazzo Chigi. Conte anticipa le modalità con cui saranno eletti i componenti del nuovo organismo: «una parte sarà scelta dai gruppi parlamentari», una «dal leader di turno» e un’altra «direttamente eletta dagli iscritti in una nuova piattaforma ancora da costruire». Mentre l’«evento di presentazione» del nuovo Movimento ci sarà «tra 7-10 giorni al massimo».
Conte annuncia «sostegno chiaro e trasparente» al governo di Mario Draghi, però allo stesso tempo è pronto a dare battaglia su alcuni temi cari al M5s. A partire dalla riforma della giustizia, il primo appuntamento in cui i 5s contiani faranno sentire la loro voce, con il rischio di far ballare l’esecutivo e spaccare il partito. «L’unica cosa che non si può chiedere a un partito di maggioranza relativa è di non pesare sui tavoli», rimarca Conte. L’ex premier negli ultimi giorni è stato al centro delle polemiche per la visita (poi saltata) in programma venerdì sera all’ambasciata cinese a Roma. Il leader grillino ribadisce la fedeltà all’Alleanza Atlantica e precisa: «Sarei andato dall’ambasciatore, ma avevo impegni familiari». Conte parla di «cambiamenti nel linguaggio» e rivaluta la parola «onorevole», sempre rinnegata dai grillini. Tende l’amo al centrosinistra, ma su Roma si schermisce: «Prospetto una vittoria della Raggi e confido che il Pd possa appoggiarci».
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