Leggete questo articolo di Ugo Magri
Cari contiani, di destra e di sinistra o di nulla.
Che partito vuol fare Conte? Con quali idee? Non si sa.
Vuole fare un partito suo? No troppo faticoso.
Vuole comandare su un partito già pronto, fatto da altri. Escludendoli.
Con uno statuto dove ci sono solo articoli sui poteri. E sul potere. Il suo.
Per comandare, senza farsi il mazzo.
Invece, dice Magri:”Per mettere su un partito occorre sgobbare. Ascoltare la gente. Approfondire i problemi. Dirimere liti. Tirar fuori gli artigli. Scovare i candidati, lusingarli, mandarli al massacro. Tenere comizi, presenziare convegni, scapicollarsi su e giù per lo Stivale in una campagna elettorale perenne senza voli di Stato. Dare spettacolo gratis come Grillo; fare il fenomeno come Salvini; inghiottire salsicce alle sagre del maiale. E poi stringere mani sudate, baciare vecchiette, fare selfie con perfetti sconosciuti magari un po’ mafiosi, sottoporsi a degradanti bagni di folla, rischiare il matto che ti molla un ceffone o ti rompe una statuetta in testa (come al Cav nel 2009). Dedicare giornate intere a riunioni politiche verbose, dove l’ultimo arrivato dice la sua e il Capo deve prestare attenzione. Fondare un partito significa scegliersi consiglieri in gamba, non quelli che suggerivano di “spianare Renzi”, di arruolare i “responsabili” o di puntare dritto alle elezioni anticipate: se partisse da zero, Conte dovrebbe cacciarli a pedate e ingaggiarne di nuovi, sapendo che quelli bravi non lavorano gratis.
Sergio Pizzolante
