Conto Mazzini, è il giorno del giudizio

E’ attesa per oggi, nel primo pomeriggio, la sentenza del processo su quella che, sin dal primo momento, è stata definita la tangentopoli sammarinese. Un maxi processo senza precedenti in Repubblica che vede alla sbarra 21 imputati, tra cui otto ex segretari di Stato. Nove anni e sei mesi per Claudio Podeschi e la confisca di 20 milioni di euro, nove anni per Fiorenzo Stolfi e 20 milioni, dieci anni per Giuseppe Roberti e 27 milioni. Queste sono solo alcune, e tra le più pesanti, delle richieste di condanna, fatte nei primi giorni di giugno in Aula dal Procuratore del fisco. Richieste di condanna per 20 dei 21 imputati con pene, in totale, di oltre 125 anni. E confische per 775milioni di euro. Poi ci sono le richieste di risarcimento avanzate dalle parti civili. Lo Stato ritiene di aver avuto un danno da 30 milioni di euro, mentre la Democrazia Cristiana ha chiesto una provvisionale di 250mila euro. Soldi che, se riconosciuti, verranno destinati in beneficenza. Nei giorni successivi tutte le difese hanno chiesto l’assoluzione dei rispettivi imputati e oggi è atteso il verdetto. Corruzione, riciclaggio e per 13 imputati, anche associazione a
delinquere.
Politici e professionisti, secondo gli inquirenti, riuniti in un sorta di ‘organizzazione’ che aveva come base le sedi di Finproject e Banca Commerciale, le segreterie di Stato, la Fondazione e diversi studi professionali dove venivano pianificate le attività criminali. Il vero collante era l’arricchimento personale e in questo contesto, secondo l’accusa, anche le nomine diplomatiche diventano merce di scambio, diventando ‘regalie per amici’. Per gli inquirenti è difficile datare con esattezza l’inizio dell’operatività di questo ‘gruppo’ che ha movimentato una valanga di denaro.
Dietro ai progetti ufficiali si snodavano trattative ‘private’ per trasferimenti di milioni attraverso una fitta rete di società, prestanome e avvocati d’affari che operavano in diversi Paesi.
Il complesso e articolato sistema dei libretti al portatore, i fittizi sistemi di erogazione del credito sono stati, secondo l’accusa, tra gli espedienti più usati per la ridistribuzione di denaro tra gli affiliati, e per premiare l’asservimento del singolo al gruppo. Il Resto del Carlino