La sensazione è che presto potrebbe arrivare la decisione su eventuali rinvii a giudizio.
L’indagine partita dal conto Mazzini si è allargati a vista d’occhio man mano che gli inquirenti hanno cominciato ad andare a fondo e scandagliare le prove.
Tanto che si fa quasi fatica a tenere dietro a tutte le persone finite sotto processo ed ai filoni nati uno dopo l’altro. C’è Claudio Podeschi con Biljiana Baruca, ancora in carcere. C’è la vicenda Finproject con Fiorenzo Stolfi, il conto Mazzini che ha originato il tutto, ma anche la vicenda Penta. Un maremagnum che vede in campo fior fiore di avvocati, sammarinesi e italiani. Una indagine che vede tra i reati più gravi contestati a vario titolo, quelli di riciclaggio e di associazione per delinquere. Non staremo qua a ripercorrere ogni singola vicenda o fare elenchi di persone.
La novità tuttavia è rappresentata dal fatto che nei giorni scorsi è stata decretata dal magistrato la dissecretazione degli atti. Parliamo di circa 50 mila pagine che ora sono a disposizione delle difese, che potranno studiarle e decidere le eventuali contromosse, detto che in sede di indagini preliminari, la procedura non conceda chissà quale particolare libertà di azione. Ancora diverso materiale resta secretato: tuttavia la decisione del pool di magistrati che indaga su “Mazzini”, va incontro alle doglianze delle difese che a più riprese hanno lamentato l’impossibilità di difendersi perché non potevano accedere agli atti d’indagine.
Ma c’è un’altra rilevantissima novità, che potrebbe dare la qualifica di “madre di tutto le inchieste” alla cosiddetta tangentopoli sammarinese (anche se a noi non piace proprio chiamarla così).
A quanto emergerebbe infatti, i vari fascicoli di indagine sarebbero stati riuniti in ragione dei collegamenti probatori tra i fatti oggetto di indagine. Insomma le varie vicende sulle quali si sta concentrando la magistratura sammarinese, potrebbero essere tutte collegate: la conseguenza potrebbe essere quella della nascita di un “maxi processo”, nel quale confluiranno i 7 o 8 procedimenti sino ad ora instaurati. Un solo processo dunque, per tutti i numerosi personaggi iscritti nel registro delle notizie di reato.
Di certo con la dissecretazione degli atti, la decisione dei giudici di rinviare a giudizio o archiviare i vari protagonisti in campo, appare più vicina..
David Oddone, La Tribuna