Il colonnello Ciarla: “Indagati fingendo buona fede hanno sfruttato l’uffcio marchi e brevetti di San Marino registrando marchi in realtà ‘vecchi’ e noti in tutto il mondo. Con questo escamotage hanno iniziato a produrre capi di abbigliamento perfettamente uguali agli originali, commissionando perfino lavori a ignare ditte italiane alle quali veniva spiegato di essere licenziatari dei vari marchi attraverso la registrazione avvenuta sul Titano”.
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