Contratto estimatorio, l’Italia vuole imporre l’IVA a San Marino

Il fatto che l’operazione tra fornitore e grossista italiani, nel contratto estimatorio con un dettagliante sammarinese, non possa essere in esenzione Iva, significa che il bene che arriva sul Titano è gravato, alla fonte, dell’imposta sul valore aggiunto.
Vedi l’articolo di Giulia Marconi su Fisco Oggi.
Nel contratto estimatorio tra soggetto grossista italiano e soggetto sammarinese viene di fatto accollato il pagamento dell’lva a quest’ultimo, seppure non risulti da fattura. Infatti il grossista su chi scaricherà l’Imposta sul Valore Aggiunto che gli viene fatturata dal suo fornitore? Sicuramente sul soggetto finale, il dettagliante sammarinese. Con l’esito paradossale che chi acquista dal dettagliante sammarinese pagherà un bene gravato, già alla fonte, dell’Iva, importo sul quale, poi, dovrà presumibilmente essere applicata la monofase. Dove va a finire a questo punto il vantaggio del differenziale fiscale? Dunque la ricaduta sul sistema sammarinese di questa risoluzione c’è, eccome.
Infatti, oltre al maggiore costo del bene per il dettagliante, poiché di fatto gravato di Iva, si limita la possibilità di concludere contratti di tipo estimatorio tra grossisti italiani e dettaglianti sammarinesi, con la conseguenza che questa tipologia di contratto, che prevede che il dettagliante non si assuma il rischio dell’invenduto, non sarà più conveniente per il grossista italiano che dovrà pagare l’Iva. (…)

L’Informazione di San Marino

  • Le proposte di Reggini Auto