Muove i primi passi ufficiali il corteggiamento tra Democratici di Centro ed Europopolari, con testimoni interessati Alleanza popolare e Partito socialista riformista sammarinese. E l’obiettivo di creare un centro democratico e riformista.
Nel giorno della conferenza organizzativa del movimento, ma anche all’indomani della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale italiana del decreto che conferma l’inserimento di San Marino nella black list, il quasi ex coordinatore dei Ddc, Giovanni Lonfernini, apre agli Eps, con i quali “si deve continuare a dialogare con convinzione”, dato che “ci uniscono valori comuni e una comune provenienza”. Ma “esiste- sottolinea- un patrimonio comune fatto di confronto e di dialogo” anche con Ap, mentre il Psrs “e’ sempre stato attento alle nostre posizioni”.
Messaggi precisi lanciati in un momento in cui “sembra di essere gia’ arrivati quasi al termine di questa legislatura”. E con lo scopo di “aprire la strada di una costituente di centro molto piu’ ampia e importante di noi”, di avviare “un percorso di aggregazione per rendere piu’ forte il centro riformista sammarinese”. Valorizzando i giovani e puntando al “ricambio della leadership”
Nella relazione di apertura dei lavori, Lonfernini spiega il titolo dell’assise, “Difendere il Paese”, che va declinato nella ricerca di un “nuovo patto sociale” fondato sull’etica: “I prossimi anni saranno inevitabilmente in salita, per cui occorre scegliere secondo quello che e’ giusto”. Nell’immediato occorre “evitare l’inserimento nella black list” e poi puntare all’Europa. Ma per farlo occorre ripristinare il dialogo tra gli schieramenti politici, come fatto ultimamente dal segretario di Stato per gli Affari esteri, Antonella Mularoni. Nella convinzione che “se si procede per inerzia San Marino rischia di diventare una provincia”.
Il bilancio dell’attuale maggioranza “e’ alquanto scarso”, attacca l’esponente dei Ddc, ripercorrendo poi la storia della Repubblica dal 1997, anno dell'”assedio di Visco”, passando per il 2002 e il “bubbone del buco di bilancio”; per il 2006 con “la telefonata a Fini per dirgli di starsene comodo a Roma” e la conseguente mancata firma dell’accordo di collaborazione economica; fino all’estate del 2008 con crisi di governo e procedura rafforzata, l’affaire Delta-Crrsm del maggio 2009 e “l’oscura vicenda di Banca centrale”. E’ giunto il momento di cambiare rotta, conclude, e di “difendere il Paese”
Basta alle “vecchie logiche di potere”, aggiunge il presidente del movimento, Orazio Mazza, che dovrebbe essere sostituito nel ruolo da Pier Marino Mularoni. Mentre il prossimo coordinatore, Marco Podeschi, sottolinea la necessita’ di affidarsi “alle migliori menti in circolazione per risolvere i nostri problemi, come ha fatto la Svizzera”, e intanto formare i giovani sammarinesi. “E’ inutile- attacca- andare sui giornali e parlare di miracoli come ha fatto Gatti su Economy”; occorre invece creare “un nuovo polo di centro e ragionare su percorsi comuni per progetti comuni”.
“Dodici partiti sono troppi- gli fa eco Mularoni- serve un centro moderato e liberale che guarda all’Europa”.
