CORIANO. BANCAROTTA FRAUDOLENTA E DISTRAZIONE DI CAPITALI. Torre Folk, 3 avvocati alla sbarra. Con una società svizzera i beni passati a professionisti e a prestanomi

TORRE FOLKIN SEI a giudizio da ieri davanti al Tribunale di Rimini per la bancarotta della Torre Folk sulle colline di Coriano, terreno sul quale ora sorgono diversi appartamenti. Tre degli imputati sono gli avvocati che avrebbero permesso all’ex proprietario dell’allora dancing, Giovanni Matteotti, di distrarre beni e immobili per oltre 3 milioni di euro. Poi ci sono collaboratori e prestanome che avrebbero lavorato con loro all’imbroglio. Matteoni è già uscito dal processo perchè ha patteggiato. Ma ora devono rispondere davanti al collegio i ‘suoi’ professionisti. Sono gli avvocati Nicola De Curtis, Nicolino Mattiaccio e Antonella Manes assieme a tre prestanome.
Secondo la tesi dell’accusa, rappresentata dal pm Paolo Gengarelli e sulla base delle indagini espletate dai finanziari del Nucleo di Polizia Tributaria, Matteotti che acquistò la Torre Folk nel 2006 si diede parecchio alla bella vita tanto che ben presto iniziò a non poter più pagare i fornitori. A quel punto pensò di far sparire tutti i beni in modo da sottrarli all’ormai inevitabile fallimento. Si rivolse all’avvocato Nicola De Curtis che telefonò ad un amico commercialista svizzero e insieme architettatono le scatole cinesi che sfilarono la proprietà della Torre Folk, dell’appartamento di Coriano e di quote societarie di due gelaterie a Giovanni Matteoni. Il patrimonio passò a una società realizzata appositamente, secondo gli investigatori, e della quale De Curtis sarebbe stato socio al 50 per cento.
PER questa operazione Matteotti avrebbe ricompemensato De Curtis con 270mila euro. Eppure l’avvocato, che possedeva una bellissima casa, nel 2008 aveva dichiarato al fisco un reddito di 16mila euro e l’anno prima addirittura di 3600.
Due prestanome avevano collaborato a far sì che il meccanismo della false vendite e delle scatole cinesi, in cui entrò anche un soggetto inglese, fosse perfezionato al punto che quando la società fallì Matteotti non aveva più nulla, ma naturalmente solo sulla carta.
Nella sostanza invece il terreno e l’edificio della Torre Folk per un valore di 2 milioni e 500mila euro, l’appartamento di Coriano, del valore di 600mila euro e le quote di due gelaterie per 15mila euro erano rimasti tutti nella sua disponibilità.
FECE molto scalpore la vicenda che nell’aprile del 2011 portò Mattoetti in carcere e i tre avvocati agli arresti domiciliari. A vario titolo dovevano ripondere di bancarotta fraudolenta e documentale, riciclaggio ed evasione dell’Iva. Con loro travolti anche imprenditori edili, immobiliaristi e amici che sono già tutti usciti di scena per aver patteggiato o usufruito del rito abbreviato.