LA STRAGE di Sant’Andrea in Besanigo del 1988 è uno dei ‘buchi neri’ della storia criminale riminese. Quattro persone massacrate in una villetta, due coppie giustiziate come animali. Cercarono ovunque, e alla fine gli inquirenti si convinsero che quasi certamente gli autori di quella mattanza era quelli della banda di Liubisa Vrbanoc, meglio conosciuto come ‘Manolo’, il serbo senz’anima colpevole anche della strage di Pontevico, dove nel 1990 venne sterminata un’intera famiglia. L’unico che potrebbe far luce su Sant’Andrea probabilmente è proprio ‘Manolo’, ma ora si scopre che alla vigilia del processo a Brescia lui è scomparso dal carcere serbo dove dovrebbe essere detenuto. Svanito nel nulla, al punto che la Corte d’Assise di Brescia è stata costretta a rinviare il processo. Se non si trova, si porterà dietro tutti i suoi segreti, incluso quello di Coriano. Nel 2011, gli inquirenti hanno provato a riaprire quel fascicolo, ma senza venire a capo di niente e lui al riguardo non è mai stato sentito.
Le due coppie trovate morte a Sant’Andrea vennero trucidate la sera del 9 maggio con le stesse identiche modalità della famiglia di Pontevico. Non fu un omicidio come gli altri, ma una barbarie. Luca Pagliarani, 61 anni, il padrone di casa, era sul pavimento del salone ucciso da una pallottola alla nuca. Il cadavere della moglie inglese, Patricia Schofield, 58, accanto a lui, uccisa allo stesso modo. Poco più in là, i corpi dei loro più cari amici, originari di Montecatini, Sergio Galassi, 66, steso su un divano con un plaid avvolto intorno, e la moglie, Silvana De Vita, 59, ai suoi piedi. Morti ammazzati anche loro, tranne che i colpi erano in mezzo alla fronte. Uccisi come bestie al macello, legati e poi colpiti alla testa a distanza ravvicinata. Intorno c’era il caos, chiunque fosse stato aveva rivoltato la casa da cima a fondo, come se cercasse un tesoro. La cassaforte la trovarono aperta.
Luigi era un riminese partito 35 anni prima per Londra come lavapiatti e diventato proprietario di una catena di ristoranti, stessa cosa l’amico Sergio. Alla fine la nostalgia aveva avuto la meglio e lasciata l’Inghilterra ai giovani erano tornati tutti a casa. I Galassi erano arrivati a Rimini per trascorrere qualche giorno con gli amici. Non avevano nemici, nè qui nè a Londra, e gli investigatori finirono per dirigere la loro attenzione su qualla banda di nomadi capeggiati dal ferocissimo serbo che aveva già ucciso, stuprato e rapinato. In quei giorni Manolo sembra fosse in carcere, ma lui è forse l’unico che può alzare il velo su quel massacro fotocopia di quello di Pontevico. Ma proprio quando stanno per processarlo, lui scompare dal carcere.
Resto del Carlino