La stagione del Teatro CorTe di Coriano si inaugura con la forza di un classico che parla al nostro presente più drammatico. Dopodomani, sabato 22 novembre, Lella Costa porterà in scena ‘Otello – Di precise parole si vive’, una potente rilettura del capolavoro shakespeariano firmata insieme al regista Gabriele Vacis. Uno spettacolo che torna sul palco dopo 24 anni, come annunciato in un comunicato dal teatro, con una urgenza rinnovata per denunciare il femminicidio e le radici culturali della violenza.
L’artista, celebre per i suoi monologhi capaci di unire profondità e ironia, si cala in una delle tragedie più note della storia per svelarne l’attualità sconcertante. La trama, come spiega la stessa Costa, sembra una notizia di cronaca di oggi: “Un lavoratore straniero altamente qualificato, un matrimonio misto, una manipolazione meschina e abilissima, un uso doloso del linguaggio, un femminicidio con successivo suicidio del colpevole”. Per questo, afferma, non ha senso inventare altre storie. “È lecito, forse perfino doveroso, continuare a raccontare quella. Precisamente quella”.
Ma è nelle note di regia di Gabriele Vacis che emerge la chiave di lettura più potente e dolorosa dello spettacolo. Il regista smonta il cliché dell’omicidio passionale. “Ho sempre pensato che Otello fosse la tragedia dell’uccidere per amore. Bene: ho appena espresso una stupidaggine”, dichiara Vacis. “Oggi sappiamo che quello non è amore. Non c’è mai amore quando c’è violenza e sopraffazione. E questo ce l’hanno insegnato le donne”.
Il regista distingue nettamente tra maschilismo, un comportamento che si può correggere, e patriarcato, una struttura culturale profonda che va smantellata. “Raccontare l’Otello con Lella Costa significa provare a capire cosa possiamo fare, noi maschi, per emanciparci dall’umiliante condizione di oppressori”, prosegue Vacis, citando esplicitamente la tragedia di Giulia Cecchettin. “Queste, ormai, sono le parole dell’arroganza maschile, sono le parole di chi insulta il padre di Giulia Cecchettin mentre cerca le parole per liberarci dalla prigione del patriarcato. Perché prima di tutto si tratta di trovare le parole, precise parole che ci aprano alla comprensione”.
Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Carcano, si preannuncia quindi non solo come un grande evento teatrale ma come una profonda occasione di riflessione civile. L’appuntamento è per le ore 21:15. I biglietti sono disponibili in prevendita online.













