«Oh, che fai? Vieni domenica a Riccione? Dai che ci sono anche Belen, Nina e Ida», «vabbé ci sentiamo sabato e mi fai sapere». A parlare al telefono, sono Fabrizio Corona e Ettore Bosti, siamo nel giugno 2009, due mesi dopo l’omicidio per il quale lo stesso Bosti, figlio del capoclan del Vasto Patrizio, si trova adesso in carcere ed è stato rinviato a giudizio. L’indagine nei suoi confronti riguarda l’omicidio di Ciro Fontanarosa, il diciassettenne assassinato il 25 aprile 2009 in via Lettieri, nei pressi della stazione Centrale di Milano.
Secondo l’accusa il ragazzino, incensurato, sarebbe stato ucciso perché era intenzionato a commettere furti e rapine senza l’autorizzazione della camorra. Ettore Bosti, sospettato di aver ricoperto il ruolo di mandante del delitto anche sulla base delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Vincenzo De Feo, era stato arrestato una prima volta per il delitto l’8 marzo 2010 per poi essere scarcerato pochi giorni dopo per un vizio di forma. Il 4 maggio successivo però, dopo essere stato bloccato dai carabinieri all’aeroporto di Capodichino, è tornato in cella dove si trova tuttora.
Tornado alle intercettazioni riguardanti il re dei paparazzi e il rampollo del Boss della camorra, fu Corona a chiamare Bosti junior. I due parlano per vedersi in riviera romagnola, e più precisamente a Riccione, nel locale da ballo Villa delle Rose. Corona precisa: “ ci sta lui, Nina, Ida, Belen…”.
Ciò come cronaca, invece se vogliamo aggiungerci una considerazione, innanzitutto non vogliamo azzardare pensieri se lo stesso incontro fosse stato abbozzato per un incontro in qualche locale sammarinese, dopodichè queste prove rafforzano ancora una volta la tesi che questi fenomeni non vanno per forza visti in casa d’altri; sono vasti e diffusi in terra italiana che una serena autocritica e una maggior concentrazione non guasterebbe.
2 marzo 2011