CORONAVIRUS. ECCO LA MAPPA DEGLI OSPEDALI-COVID IN EMILIA-ROMAGNA.

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UNO PER PROVINCIA; REGIONE DEFINISCE PIANO POTENZIAMENTO

Un ospedale-covid in ogni provincia. Come preannunciati nei giorni scorsi, la Regione Emilia-Romagna ha definito il piano di potenziamento del sistema sanitario regionale per far fronte all’emergenza coronavirus. “Dal costante monitoraggio dell’occupazione dei posti letto- spiega la Regione- emerge come, ad affiancare la funzione hub dei principali ospedali del territorio, ci siano gia’ degli ospedali covid” oggi in funzione. In primo luogo a Piacenza, dove oltre all’hub provinciale funzionano come covid-hospital Castel San Giovanni e Fiorenzuola. A Parma, invece, il padiglione Barbieri e il padiglione 26 dell’ospedale Maggiore (hub) operano come covid-hospital. Sono gia’ pronti per diventare ospedale di supporto per il coronavirus Fidenza e Borgo Taro. Nel reggiano, a supportare l’hub Arcispedale Santa Maria Nova Nuova di Reggio Emilia c’e’ Guastalla, individuato come ospedale-covid. A Modena opera come hub il Policlinico, con Baggiovara che da’ supporto per l’area intensiva. Pronti per diventare ospedali covid Carpi, Mirandola e Sassuolo. A Bologna, nell’hub del Policlinico Sant’Orsola verra’ riattivato a breve un padiglione dedicato, il 25. Gia’ definito ospedale covid il Bellaria, che funzionera’ per questo anche per l’imolese. Per Ferrara, in caso di necessita’ l’hub del Sant’Anna sara’ supportato per il coronavirus dall’ospedale del Delta. Infine per la Romagna, agli hub di Rimini, Ravenna, Forli’-Cesena verranno affiancati come covid-hospital da Lugo e Riccione. Il piano messo a punto dalla Regione prevede cinque livelli di saturazione progressivi dei posti letto a favore dei ricoveri di pazienti positivi al coronavirus. Il livello 1 e’ legato all’utilizzo di letti gia’ esistenti per l’isolamento di pazienti diagnosticati. Nel livello 2 i pazienti possono essere ricoverati in coorti, cioe’ spazi dedicati a persone con la stessa malattia. Il livello 3 prevede l’espansione di reparti e strutture dedicate in macroaree ad hoc, trasferendo e sospendendo attivita’ gia’ programmate e differibili, meno urgenti, in modo da creare nuove disponibilita’. Nel livello 4, c’e’ l’utilizzo della rete regionale con trasferimento di pazienti dagli ospedali piu’ saturi a quelli che hanno maggiore disponibilita’. Infine il livello 5 indica appunto la creazione di ospedali o padiglioni interamente dedicati ai pazienti covid. Si tratta per lo piu’ di strutture di dimensioni medio-piccole, per circa 150-200 posti letto, dotate di terapia intensiva ed eventualmente di aree semintensive e dove non sono svolte attivita’ non trasferibili e non ‘isolabili’ come trapianti, emodinamica e altre discipline di alta specialita’.