Coronavirus, effetto lockdown sulla qualità dell’aria nel bacino padano: a marzo giù l’inquinamento

Autostrada, strada, traffico, camion , autoInquinamento atmosferico in calo nelle regioni del Bacino delle regioni a marzo, nel periodo iniziale di applicazione del lockdown. È quanto emerge dalla prima valutazione dei dati sugli effetti della crisi sanitaria causata dal Covid-19. Le misure di contenimento adottate hanno generato una condizione inedita per quanto riguarda le concentrazioni di diversi inquinanti su tutto il territorio del bacino, in relazione sia alla

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    Coronavirus, effetto lockdown sulla qualità dell’aria nel bacino padano: a marzo giù l’inquinamento

    Riduzione fino al 40% delle emissioni. Primo rapporto del progetto europeo Life-Prepair, che coinvolge Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte e Friuli…

variazione delle emissioni che alle condizioni meteorologiche.

Il punto della situazione è stato fatto oggi in occasione della presentazione in videoconferenza dei risultati dell’analisi Life Prepair sull’andamento della qualità dell’aria nelle settimane di emergenza coronavirus e l’inquinamento atmosferico nel bacino padano.

Il progetto europeo, che si occupa di politiche della qualità dell’aria nel bacino padano, è coordinato dalla Regioni Emilia-Romagna e conta 17 partner tra cui le Regioni Veneto, Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia-Giulia con le relative Agenzie regionali per la protezione ambientale, la Provincia autonoma di Trento, Arpa Valle d’Aosta, i Comuni di Milano, Torino e Bologna, la società Art-ER (Attrattività, ricerca e territorio dell’Emilia-Romagna), la Fondazione Lombardia Ambiente e l’Agenzia per l’Ambiente della Slovenia.

Sui dati illustrati intervengono gli assessori regionali all’ambiente: Irene Priolo (Emilia-Romagna), Gianpaolo Bottacin (Veneto), Raffaele Cattaneo (Lombardia)e Matteo Marnati (Piemonte).

“Il primo report condotto dal progetto Prepair- affermano- evidenzia ancora una volta la complessa dinamica del particolato e delle relazioni tra emissioni, trasporto e diffusione degli inquinanti, processi fisico-chimici che determinano la formazione di particolato secondario, ossia della parte più rilevante delle polveri sottili (pm10). Una dinamica fortemente influenzata dalle condizioni meteorologiche. Come è noto, infatti, le principali criticità sulla qualità dell’aria nel bacino padano riguardano il superamento del valore giornaliero di pm10 e del limite annuale di biossido di azoto. Ora- proseguono i rappresentanti delle 4 Regioni- serve andare avanti con l’analisi dei dati sui mesi successivi di aprile e maggio per disporre del quadro complessivo della situazione”.

“La riduzione del 40% sull’intera pianura padana delle emissioni di Nox (ossidi di azoto e loro miscele) accompagnata da una riduzione del 14% delle emissioni di particolato primario è un risultato importante ma non del tutto sufficiente, nelle condizioni meteorologiche di stagnazione tipiche della pianura padana, a garantire il rispetto dei valori limite fissati dalle norme europee- sottolineano gli assessori-. Questi primi risultati confermano comunque la validità della strategia dei Piani aria regionali incentrata su interventi plurisettoriali che intervengono simultaneamente su più categorie di inquinanti”


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