Corriere. San Marino e la rottura storica della neutralità: ok alle sanzioni alla Russia. Lo Sputnik? Un ricordo

Anche la Repubblica di San Marino ha sposato la linea delle sanzioni nei confronti della Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Quella del piccolo Stato del monte Titano è una scelta storica. Come la Svizzera anche San Marino è un Paese storicamente neutrale su ogni fronte bellico. Per quel che riguarda quello russo – ucraino la Repubblica avrebbe scelto una “neutralità attiva” compiendo una piccola svolta rispetto al passato. San Marino non ha un proprio esercito e non detiene armi per cui sarebbe impossibile in linea teorica intervenire altri modi in un conflitto se non con le sanzioni. Va però specificato che oltre a rimanere neutrale durante le due grandi guerre del Novecento, nel secolo scorso la Repubblica non aderì neppure all’embargo cubano.

«Violazione dei nostri principi cardine»

In una recente dichiarazione, il segretario agli Affari esteri Luca Beccari (equivalente del ministro degli esteri) ha spiegato che «San Marino storicamente è sempre stato in una posizione neutra rispetto alle sanzioni- ha ricordato all’Aula il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Luca Beccari- e non ha mai creduto nella loro applicazione perché andavano a colpire i popoli piuttosto che i governi». Ma l’invasione russa in Ucraina viola i principi cardine del piccolo Stato. Dobbiamo mandare un segnale forte di difesa di quei principi- spiegano dal governo- e non dobbiamo essere semplicemente neutrali e passivi rispetto quello che sta avvenendo vicino noi”.

Gli «affari» con Sputnik

Proprio un anno fa, alla fine del febbraio del 2021 a San Marino cominciavano le somministrazioni del vaccino Sputnik, prodotto da Mosca e non riconosciuto da Ema e Fda. Il siero era stato acquistato proprio dal Fondo sovrano russo in virtù di un rapporto consolidato tra i due Stati. Ad oggi non arrivano più scorte di Sputnik V. La guerra c’entra poco: il vaccino russo era stato largamente somministrato negli scorsi mesi a migliaia di cittadini. Per le terze dosi il vaccino più usato è stato quello Pfizer ancora conservato nei frigoriferi delle strutture adibite allo stoccaggio.

Il rapporto con la Russia, però, prima della guerra sembrava destinato a rafforzarsi: tanto che da Mosca si stava dando l’okay ai viaggi turistici senza visto, proprio per gli «affari» stretti con lo Sputnik. Un altro fronte interrotto.

Corriere.it

 

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