La questione appare molto seria, perché dà la misura di una situazione già denunciata proprio in questi giorni dall’avvocato Annetta e dall’Ordine degli avvocati sammarinesi.
Il primo ha sottolineato come “di fronte all’ultimo rito inquisitorio rimasto in Europa assieme al Vaticano, credo che i colleghi sammarinesi avranno molto da lavorare”. L’avvocato Maria Selva invece non vede l’ora di aderire all’Unione delle camere penali italiane, anche perché: “La Camera penale sammarinese dovrà affrontare l’approvazione del codice di procedura penale” a tutela dei diritti degli indagati.
Cosa dice il Consiglio d’Europa?
Attraverso il Consiglio d’Europa siamo riusciti ad avere una statistica relativa alla presenza di procuratori, divisa per genere, negli Stati d’Europa. In questo modo è possibile fare un interessante raffronto fra quello che avviene a San Marino e dalle altre parti, maga- ri mettendo a confronto l’Antica Repubblica con Paesi di pari dimensioni, o quasi. Il grafico è piuttosto eloquente. Pur essendo i sistemi giudiziari differenti fra loro, sul Titano esiste un solo procuratore, il cosiddetto procuratore del fisco, Roberto Cesarini, che deve sobbarcarsi l’intero onere delle questioni penali e civili. Solo in teoria però, perché in pratica sarebbe impossibile per lui riuscire ad assistere a tutti i processi. Anche perché, sempre in teoria, il Pf potrebbe e dovrebbe assistere non solo in udienza, ma anche in istruttoria, a interrogatori e quant’altro.
Un carico di lavoro enorme che non ha eguali in Europa. Si prenda ad esempio il Lussemburgo: ben 40 procuratori diluiti in tre gradi di giudizio. A San Marino sempre e solo uno. A Malta sono 30. A Monaco 5. Il Titano dunque rappresenta un “unicum”, certamente– tabella alla mano – in Europa, ma probabilmente anche a livello mondiale. Il Tribunale è stato giustamente potenziato in questi anni e ai giudici sono stati consegnati importanti strumenti e leggi che stanno dando i propri frutti, basti vedere l’attualità. Sono così aumentati procedimenti e carichi di lavoro. La procura fiscale è rimasta invece sempre quella e probabilmente, anche per conformarsi all’Europa, si dovrebbe prevedere un “aiuto” per Cesarini, arrivando magari ad almeno 3 procuratori fiscali di ruolo, o due di ruolo ed un “uditore” che possa “sostituire” i procuratori fiscali in caso di necessità.
Il sistema penale sammarinese è obsoleto
Detto tutto questo va comunque chiarito come le procedure penali e la stessa struttura del Tribunale sammarinese siano molto differenti rispetto al resto d’Europa. Si prenda l’esempio dell’Italia dove l’azione penale è nella mani del pubblico ministero. A San Marino gli stessi poteri sono in mano al giudice inquirente e il procuratore fiscale in sede di indagini preliminari entra in gioco solo nel momento di dare parere favorevole o meno ad una archiviazione. In caso di rinvio a giudizio il procuratore del fisco nulla può dire o fare. In Italia la richiesta del pubblico ministero invece, sia di archiviazione che di rinvio a giudizio, è vagliata dal Gip, il giudice per le indagini preliminari che rappresenta una garanzia per l’indagato. Lo stesso Gip valuta in “prima istanza” se eventuali procedure sono state adottate correttamente dalla procura. La procura inoltre è terza ed indipendente rispetto allo stesso Tribunale. Il pf sammarinese ad oggi invece ha pochi poteri ed ancora meno mezzi: si pensi ad esempio che un giudice inquirente può delegare indagini e interrogatori alla polizia giudiziaria, mentre il pf è sempre e solo quello. D’altra parte lo stesso Greco, il gruppo di Stati che persegue la corruzione, individua nel numero di giudici nei vari settori (magari prevedendo anche un maggiore numero di donne), uno strumento chiave per l’autonomia e la celerità della giustizia.
Occasione da non perdere
Insomma le intercettazioni telefoniche (che fra poco saranno possibili) e lo stesso potenziamento della procura fiscale, rappresentano ulteriori e utili tasselli per dare al Tribunale ancora più forza nelle indagini e nel perseguire i reati. Ulteriore forza la darebbe poi una drastica revisione della procedura penale e dello stesso codice penale, con la previsione di figure di garanzia che possano “controllare”,soprattutto in sede di indagini preliminari, che vengano rispettate le procedure e i diritti degli indagati. Una occasione da non perdere per continuare nel solco delle ulteriori riforme e leggi che hanno dato oggi molti poteri ed autonomia al nostro Tribunale. Una rivoluzione necessaria che deve portare avanti l’Ordine degli avvocati, ma anche e soprattutto la politica, dove non mancano certo gli avvocati seduti sugli scranni consigliari.
David Oddone