Cosa compra Putin? Il metodo Finkelstein … di Sergio Pizzolante

Chi casca dalle nuvole di fronte alla notizia dei soldi russi a partiti, politici, giornali occidentali, vive sulle nuvole.
Chi grida alla interferenza americana nelle elezioni italiane è cieco, completamente cieco, di fronte alla interferenza continua dei russi sulle elezioni in Occidente. Da molti anni.
In America pro Trump, con la Brexit, in Francia con la Le Pen, a favore di Orban, in Italia.
Una interferenza manipolatrice.
Alimento di un racconto antioccidentale, antiamericano, antieuropeo, antiscienza, antidemocratico.
Un racconto infido, pericolosissimo, teso a rovesciare il sentimento democratico, prima ancora che il sistema democratico.
Un racconto, propaganda, continua, martellante, un sangue cattivo da iniettare nelle vene di un popolo che così si ammala.
Un virus antidemocratico, che fa apparire più moderni ed efficienti non solo i regimi antidemocratici e illiberali, ma soprattutto, le culture.
I social, i Talk, giornali fake, conduttori spregiudicati, politici assetati di gloria, giornalisti, intellettuali, professori universitari.
Sono i canali di diffusione del virus.
I russi alimentano tutto questo, da molti anni, pagando.
Pagano moderne tecniche di manipolazione degli orientamenti elettorali e di costruzione e gestione del consenso.
Moderne e nello stesso tempo antiche. Nuove tecniche e avanzate tecnologie, al servizio di vecchie culture, istinti, ideologie: intolleranza, razza, invidia sociale, odio, menzogna, cultura del nemico, sovranismo, nazionalismo, stalinismo. Ignoranza, stupidità.
Giovanni Sartori, uno dei più grandi studiosi, insieme a Bobbio e Dahl, dei sistemi democratici, definiva così la democrazia: “ la democrazia è demo- sapere”. Più si diffonde la conoscenza e il sapere, più la democrazia e’ viva e vera.
Altrimenti, sosteneva: “la democrazia diventa un sistema di potere nel quale sono i più incompetenti a decidere, un suicidio”.
La democrazia illiberale di Putin e Orban punta al suicidio della democrazia.
Investe sull’incompetenza.
Alimenta il virus del sentito dire. Della menzogna. Dell’odio
Come? Pagando.
Pagando sistemi robusti ed efficacissimi di manipolazione popolare.
Racconto la storia di Arthur Finkelstein, consulente della comunicazione politica di Orban, di molti altri capi di governo dell’est europeo. Oltre che fonte di ispirazione di altri leader populisti in tutto il mondo. I suoi allievi sono nello staff di Trump. I ragazzi di Arthur. La tecnica è quella del Negative Campaigning. Attacco continuo, feroce, all’avversario, che diventa nemico. Con ogni mezzo, “scoraggiare le persone è più facile che motivarle”. Eppoi “l’analisi continua del sentimento”, con i grafici dei risultati, della febbre dell’odio prodotta. L’alimento della paura. La paura è il prodotto da perseguire, il carburante della macchina d’odio e, nello stesso tempo, fatturato politico. Attraverso anche il “voter soppression”, l’eliminazione degli elettori dei nemici. E la campagna digitale è lo strumento più importante. Fissare argomenti che fanno più male, individuare il nemico, distruggere la fiducia degli elettori. Produrre notizie false sull’avversario e ripeterle all’infinito, diventando così vere o verosimili. Trasformare in insulto i termini che definiscono i nemici, “terribilmente liberal”, “imbarazzante liberal”.
Il suo capolavoro è stato Orban.
Chiaro? Pensate siano estranei, a questi metodi, in Italia, la Bestia di Salvini, erano estranei il Club Luigi Di Maio, il blog di Grillo? La piattaforma Rousseau? Per la creazione dei nostri “mostri”? La cultura illiberale, antiscienza anti democrazia?
Per non parlare delle tante trasmissioni televisive, con le piazze urlanti in diretta!
Tutti estranei?
Non dico, non posso dire, che hanno preso i soldi. Ma quel metodo si.
Si. Accipicchia.
Sergio Pizzolante