“Così il Piemonte smonta la fake news di sinistra sulla destra antiabortista”

Giorgia Meloni lo ha ripetuto fino allo sfinimento: “Non intendiamo modificare la legge 194. Non intendiamo abolire la legge 194″. Non è bastato. Il dito degli oppositori rimane puntato (anche) lì. L’accoglienza riservata al neopresidente della Camera, “l’antiabortista” Lorenzo Fontana, dimostra che la caccia alle streghe non è ancora finita. È chiaro insomma che le ripetute rassicurazioni della premier in pectore non sono servite a dissipare la cortina fumogena di illazioni e fake news.

Per la minoranza rumorosa l’esecutivo che verrà è reazionario e liberticida. È nemico delle donne e dei loro diritti. Sono balle. Per avere un piccolo spoiler di come il governo Meloni potrebbe affrontare la “questione aborto” bisogna spostarsi in Piemonte. Giovedì scorso la giunta regionale ha approvato la delibera che stabilisce modalità di accesso e criteri di ripartizione del fondo “Vita nascente”. La misura è stata congegnata dall’assessore alle politiche sociali Maurizio Marrone (Fdi).

È lui a spiegarci di cosa si tratta: “È un fondo di risorse regionali da circa mezzo milione che servirà a finanziare progetti di tutela materno infantile rivolti a donne gestanti in difficoltà economico-sociale”. A proporre e gestire questi progetti saranno le associazioni iscritte negli elenchi delle aziende sanitarie piemontesi con esperienza nella difesa della vita dal concepimento e dei diritti delle donne. “In una fase di inverno demografico come quella attuale – ragiona Marrone – è prioritario incentivare qualsiasi iniziativa per favorire la natalità e indirizzare le politiche sociali ad una rivoluzione delle culle”.

Un’idea che è piaciuta alla Meloni, tanto da inserirla nel suo programma elettorale. Scorrendolo si legge che Fdi vuole “istituzione di un fondo per aiutare le donne sole e in difficoltà economica a portare a termine la gravidanza”. E anche in una recente intervista ad Avvenire la leader ha definito “coraggiosa” l’iniziativa di Marrone ricordando che “Fdi chiede da sempre la piena applicazione della 194, a partire dalla parte rimasta disattesa sulla prevenzione”. Nessuna abrogazione o modifica: semmai si tratta di un potenziamento. Come ci spiega l’assessore, infatti, “l’interruzione volontaria di gravidanza dovrebbe essere una scelta libera, ma se a una donna in difficoltà le istituzioni non garantiscono aiuto e vicinanza, rischia di diventare obbligata per assenza di alternative”.

È capitato anche a lei di essere considerato antiabortista? “Purtroppo sì e il paradosso è che le accuse arrivano soprattutto dai movimenti femministe che criticano la società patriarcale, ma poi condannano un fondo che aiuterà soprattutto donne abbandonate dai partner o non supportate dai genitori nel diritto a non rinunciare alla gravidanza”. Ieri, invece, a finire nell’occhio del ciclone è stato il neopresidente Fontana. “La battaglia per la vita è anzitutto una battaglia culturale, che deve farsi strada contro tabù ideologici sedimentati già dal ‘68, per cui passare dalle prese di posizione all’azione di governo richiede forte determinazione e massima serenità di fronte ai peggiori attacchi”, spiega l’assessore.

Sarà il tempo a distribuire torti e ragione. È il concetto su cui batte Marrone. La misura piemontese non è ancora partita (nelle prossime settimane è attesa la pubblicazione del bando) ma lui è pronto a scommettere che alla prova dei fatti si svelerà l’inganno: “Quando alle mamme in difficoltà arriverà il pagamento di canoni di locazione, rate di mutuo, bollette di utenze, abbigliamento, alimenti, farmaci, pannolini, carrozzine, lettini gli slogan femministi suoneranno definitivamente ridicoli e falsi”.


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