Così Mimmo Lucano andava a caccia dell’immunità parlamentare

Le trame dell’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, per salvarsi dall’inchiesta sul suo sistema di accoglienza per i migranti: farsi eleggere con la Boldrini

Mimmo Lucano, l’uomo giusto di Riace, a caccia di immunità parlamentare. L’ex sindaco osannato dalla sinistra, si sente con il fiato sul collo. Il fiato dello Stato, che lo bracca.

Le ispezioni sono più frequenti, come le visite delle fiamme gialle che sequestrano documenti e acquisiscono atti. Il rubinetto dei milioni di euro di fondi pubblici si chiude a poco a poco.

E, nel piccolo paese in provincia di Reggio Calabria, si fa sentire l’arsura. Il “modello” di accoglienza si sgretola come un castello di sabbia sotto il cocente sole della baia di Riace. Giorno dopo giorno. “Mimmo” deve trovare una soluzione, bisogna pararsi le spalle. Come? Magari con una bella candidatura al parlamento. Bisogna approfittare dei benefici dei parlamentari italiani. L’unica soluzione, secondo “Mimì U’Curdu”, per salvarsi dall’inchiesta “Xenia”. A rivelarlo sono le carte di cui noi de Il Giornale siamo entrati in possesso.

Al telefono con il fratello Giuseppe, Mimmo parla di strategia. Dice di essere pronto a scendere in campo, ma solo ed esclusivamente ad una condizione: “ovviamente io accetto solo se sono primo della lista… assolutamente non faccio stupidaggini… perché non so questa lista da quante persone deve essere fatta… che poi…” (ascolta l’intercettazione). Si riferisce alla lista di Liberi e Uguali, il partito di Laura Boldrini. È lì che punta “U’Curdu”. È lì che cerca asilo e protezione, tra gli scranni sicuri della sinistra.