Cospito, i pm di Roma valutano la convocazione di Delmastro e Donzelli

Segreto amministrativo. E’ su questo aspetto che si concentra l’indagine della Procura di Roma aperta nei giorni scorsi e in cui si ipotizza il reato di rivelazione e utilizzazione del segreto d’ufficio in relazione alle dichiarazioni fatte alla Camera la scorsa settimana dal vicepresidente del Copasir, Giovanni Donzelli, in merito al caso dell’anarchico Alfredo Cospito. Gli inquirenti di piazzale Clodio stanno infatti mettendo in fila i tasselli raccolti fino ad ora con l’obiettivo di accertare la natura dei documenti provenienti dal Dap il cui contenuto è stato riferito a Donzelli dal sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro delle Vedove. Si tratta di un lavoro di analisi effettuato anche con l’ausilio delle dichiarazioni fatte ai pm nei giorni scorsi dal capo del Dap, Giovanni Russo e dai vertici del Gruppo operativo mobile (Gom) della polizia penitenziaria sentiti a piazzale Clodio come persone informate sui fatti. Agli atti dell’inchiesta anche una serie di documenti tecnico-conoscitivi del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria richiesti dagli inquirenti per inquadrare le procedure e i meccanismi con i quali si svolge l’attività di monitoraggio dei detenuti al 41 bis. Al termine di questa prima fase di “studio” i magistrati capitolini decideranno se procedere alla convocazione e in quale veste (persona informata sui fatti o indagato) di Delmastro e Donzelli. Al momento il procedimento resta ancora rubricato contro ignoti. Tra i documenti presenti nel fascicolo anche copia della risposta che il Ministero della Giustizia ha fornito al deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli dopo una sua istanza di accesso agli atti del Dap e relativi ai colloqui tra Cospito e i detenuti accusati di mafia Di Maio, Presta, Rampulla dall’inizio del suo sciopero della fame. Per quanto riguarda la situazione detentiva di Cospito, il 12 febbraio scadranno i trenta giorni di tempo che il ministro della Giustizia ha per rispondere all’istanza di revoca del carcere duro avanzata dalla difesa dell’anarchico che digiuna oramai da oltre 100 giorni. Trascorsi i termini, e in assenza di una risposta da parte di via Arenula, il ricorso viene considerato respinto. All’attenzione del ministro anche il parere della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo nel quale si afferma sostanzialmente che per “contenere l’indubbia carica di pericolosità sociale del detenuto” potrebbe essere “idoneo” anche il regime “dell’alta sicurezza” ma l’ultima risposta spetta “all’autorità politica”. Sabato, intanto, Cospito riceverà la visita nel carcere di Opera del medico nominato dal suo difensore, l’avvocato Flavio Rossi Albertini. L’anarchico è dimagrito di oltre quaranta chili e da alcuni giorni rifiuta di assumere anche gli integratori. Ad oggi assume esclusivamente acqua e sale o zucchero. Nel padiglione del Servizio assistenza intensificata del carcere è monitorato costantemente dal personale medico e al momento le sue condizioni non sono definite “allarmanti” al punto da dovere intervenire con un ricovero in una struttura ospedaliera e in particolare nel reparto di medicina penitenziaria del San Paolo a Milano. Nei giorni scorsi la difesa ha presentato una diffida al ministero della Giustizia e per conoscenza al Garante dei detenuti affinché, in caso di peggioramento delle condizioni di salute, non venga sottoposto alla nutrizione o a trattamenti forzati. L’ulteriore “snodo” giudiziario in questa vicenda è, infine, atteso per il 24 febbraio data in cui è fissata in Cassazione l’udienza che tratterà l’istanza avanzata dai legali dopo il no al reclamo contro il 41 bis dichiarato da Tribunale di Sorveglianza di Roma. E tornano le iniziative a sostegno di Cospito. Domani ci sarà un presidio degli anarchici davanti al ministero della Giustizia ed è stata occupata una sede dell’università Orientale di Napoli con la convocazione di un’assemblea del Collettivo.


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