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(ANSA) – BOLOGNA, 22 GEN – Sono state 420 milioni le ore di
cassa integrazione in Emilia-Romagna nel 2020. Una cifra
superiore al periodo 2014-2019 e anche al triennio della grande
crisi 2009-2011. E’ quanto evidenzia la Cgil regionale secondo
cui, l’anno scorso, segnato dall’emergenza Covid, si sono persi
sul territorio 40.000 posti di lavoro.
Nel dettaglio sono state 295 milioni le ore di Cassa
integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga cui si
aggiungono 123 milioni di ore di assegni dei Fondi di
Solidarietà, per un totale di circa 420 milioni di ore
autorizzate. Le 295 milioni di ore di cassa integrazione del
2020 sono superiori alla somma dei sei anni precedenti
(2014-2019), quando furono 252,8 milioni, nonché superiori alla
somma dei primi tre anni della grande crisi (2009-2011), quando
invece furono 263,3 milioni.
Le ore autorizzate sono 216.876.424 per quanto riguarda la
cassa integrazione ordinaria (8.980.082 nel 2019); 11.776.894
per quella straordinaria (10.378.827 nel 2019) e 66.054.819 per
quella in deroga (88.567 nel 2019);
118.815.159 per il Fondo di solidarietà
e 4.258.677 ore per altri Fondi.
Il ricorso alla cassa integrazione
è stato di 174.414.770 ore per gli operai operai e di
120.293.367 ore per gli impiegati impiegati.
A livello territoriale, sempre in riferimento ai dati della
cassa integrazione la provincia di Bologna fa registrare un
incremento, sul 2019, di 75.046.383 ore; Ferrara di 13.373.060
ore; Forlì-Cesena di 21.495.570 ore;
Modena di 57.633.681 ore; Parma di 21.957.502 ore; Piacenza di
14.140.718 ore; Ravenna di 18.516.398 ore; Reggio Emilia di
34.555.196 ore e Rimini di 18.542.153 ore.
“Sono dati impressionanti. – commenta la Cgil Emilia-Romagna
-. Il bilancio del 2020 è quello di un anno drammatico. Se non
si è trasformato in una vera e propria catastrofe sociale
generalizzata è solamente perché le Organizzazioni Sindacali
hanno richiesto con forza ed ottenuto dal Governo la copertura
della cassa integrazione, il blocco dei licenziamenti, le
indennità per gli esclusi. Nonostante questo, tantissimi sono i
lavoratori rimasti esclusi da ogni sostegno, a partire dai più
precari. Parliamo di mezzo milione di persone in Italia, oltre
40 mila in Emilia-Romagna, che hanno perso il lavoro” (ANSA).
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