Covid: lettera infermiera, siamo a pezzi, tutti usino testa

(ANSA) – BOLOGNA, 16 MAR – “Siamo andati in frantumi talmente
tante volte, per i pazienti che abbiamo perso, che non abbiamo
più frammenti da riattaccare”, giorno dopo giorno, “dopo turni
infiniti, da cui usciamo stanchi e doloranti”, continuiamo “a
tenere per mano chi assistiamo anche quando vengono addormentati
per intubarli e farli respirare meglio”. A tutti “chiediamo solo
di usare la testa, di essere responsabili di aiutarci a uscirne,
possibilmente migliori e non peggiori”. Sono alcuni passaggi di
una lettera che Laura Berti, infermiera impegnata nel Reparto di
terapia intensiva dell’Ospedale Maggiore di Bologna, ha dedicato
ai colleghi, e non solo.
    Il suo è un invito ad avere coraggio e a resistere, nelle
settimane intense dopo il nuovo aumento dei contagi da
coronavirus, per chi è in prima linea “ed è pieno di cicatrici.
    Abbiamo ferite e smagliature nell’anima – scrive Berti – perché
ci sono morti pazienti fra le mani più spesso di quanto sia
umanamente sopportabile”.
    Medici, infermieri, operatori socio-sanitari “allo stremo,
continuano a dare il meglio che possono – aggiunge l’infermiera
– dedico questa lettera a noi che faremo ancora video dove
cantiamo e balliamo, non perché non ci sia nulla da fare, ma
proprio perché abbiamo bisogno di alleggerirci il peso sulle
spalle”. (ANSA).
   


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