Cpi, ‘Non esiteremo ad agire sui crimini di guerra in Ucraina’

    “Non esiteremo ad agire”, ha dichiarato il procuratore della Corte penale internazionale (Cpi) Karim Khan sui presunti crimini di guerra in Ucraina, prima dell’apertura a Londra della conferenza internazionale dei ministri della Giustizia organizzata per mobilitare ulteriori risorse per sostenere le indagini della Corte. “Purtroppo l’Ucraina è una scena del crimine e sembra che sia stata commessa un’intera gamma di crimini. Stiamo conducendo indagini indipendenti”, ha dichiarato alla Bbc il procuratore. “Se si raccolgono prove affidabili, non esiteremo ad agire”, ha detto Khan. 

   Più di 40 nazioni stanno partecipando alla conferenza ospitata dal vice primo ministro britannico Dominic Raab e dal ministro olandese per la giustizia e la sicurezza Dilan Yeşilgöz-Zegerius. Il Regno Unito sta fornendo ulteriori 395.000 sterline per finanziare il lavoro della Cpi. Saranno presenti Denys Maliuska, ministro della Giustizia ucraino e Andriy Kostin, procuratore generale dell’Ucraina. Secondo i quali l’iniziativa della Corte penale internazionale sul rapimento di bambini della scorsa settimana – per il quale sono stati emessi mandati di arresto contro il presidente Vladimir Putin e la garante russa dei diritti dei bambini Live Maria Lvova-Belova -ha di fatto eliminato la necessità di un tribunale speciale.

   Lvova-Belova è tornata oggi a respingere le accuse che le sono state mosse, sostenendo che “ad oggi, 380 orfani provenienti da nuove regioni della Russia hanno trovato una casa presso famiglie russe. Erano in istituti di assistenza. Nessuno è stato separato dai genitori”. “Se ci sono rappresentanti legali, faremo il possibile per riunire le famiglie”, ha aggiunto, spiegando che oggi 15 bambini evacuati in Russia si sono riuniti ai parenti ucraini

   L’emissione dei mandati da parte della Cpi è stata definita “mostruosa” dal vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa ed ex presidente Dmitry Medvedev, che in un post su Telegram ha annunciato che rappresenta l’inizio di un “cupo tramonto” per l’intero sistema di relazioni internazionali. Medvedev ha ricordato che “tutti camminano sotto Dio e i missili” e ha ammesso la possibilità di immaginare “un uso spot del missile ipersonico Onyx” da una nave russa sull’edificio della Corte penale internazionale dell’Aja. In questa situazione, ha detto, la popolazione dei Paesi Nato non soffrirebbe e il blocco avrebbe paura di entrare in guerra.

   “C’è un completo pregiudizio e dittatura di un gruppo di Paesi anglosassoni”, ha sottolineato, ma “un pari non ha potere su un pari”. “Nessuno ha bisogno” della Corte penale internazionale che ha assicurato alla giustizia solo “tre dozzine di sconosciuti”, ha osservato. “L’efficacia delle loro
attività è zero. Questi non sono i tribunali di Norimberga e Tokyo creati ad hoc. O anche il dubbio tribunale per la Jugoslavia”, ha scritto, spiegando che a suo avviso il leader di un paese può essere giudicato solo se il paese “si è selvaggiamente indebolito” e ha quasi perso la sua sovranità, o ha perso la guerra e capitolato. E inoltre per quanto riguarda i crimini statunitensi in Afghanistan e Iraq, la Cpi si è rivelata
impotente.

   Più moderate le dichiarazioni del portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin,  che nel suo briefing quotidiano ha detto che il tribunale dell’Aja, dovrebbe “sostenere una posizione obiettiva e imparziale” e “rispettare l’immunità dei capi di Stato dalla giurisdizione ai sensi del diritto internazionale”, esortando la Cpi ad “evitare sia la politicizzazione e sia i doppi standard”.

   Di segno opposto la reazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che  ha scritto in un messaggio su Telegram: “Il popolo ucraino si difende, quando la forza della Carta delle Nazioni Unite e la forza della giustizia verranno ristabilite nella nostra terra, questo garantirà la pace anche a molte altre parti del mondo”. El il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis, commentando la visita del presidente cinese a Mosca, ha detto che “Visitare un criminale di guerra getta una luce diversa sulla situazione. Credo che Xi Jinping pensi che sia stato ingannato prima della guerra, con l’accordo firmato tra Russia e Cina, sia stato ingannato sulla guerra, e ora capisce di essere trascinato nella guerra senza molto spazio per lui e questo non è una situazione ideale”.


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