Ci sono già una ventina di indagati per Aeradria, e nel mirino della Procura potrebbero finire altri nomi eccellenti. L’inchiesta è ormai verso la conclusione. Per Masini e il resto del cda, si ipotizza il reato di bancarotta fraudolenta. Stesso reato 4 membri dell’assemblea dei soci e per gli amministratori delle società collegate ad Aeradria, mentre a Gnassi e Vitali vengono contestate le lettere di patronage firmate per far ottenere finanziamenti all’aeroporto dalle banche. Per loro il reato ipotizzato è quello di abuso d’ufficio. Le stesse lettere di patronage erano state firmate anche da Ravaioli e Fabbri, quando rivestivano la carica di sindaco e presidente della Provincia. L’inchiesta si è allargata fino ai vertici Enac, con il presidente Vito Riggio e altri tre membri indagati. Altri nomi potrebbero finire ora sul registro.
INTANTO al ‘Fellini’ si incrociano le dita per il bando che porterà a individuare il nuovo gestore. La speranza è che Rimini non faccia la fine di Forlì, dove la gara rischia di andare ancora deserta. E’ noto che, prima del fallimento, sia il fondo F2I, che ha l’aeroporto di Torino, sia la Save, che gestisce lo scalo di Venezia, avevano guardato con interesse al ‘Fellini’, chiedendo informazioni. Non se ne è fatto nulla, è arrivato il fallimento, ma nel frattempo si sono affacciati al ‘Fellini’ altre società. Hanno chiesto approfondimenti ai manager del ‘Fellini’ in queste settimane due fondi russi, tra cui uno che gestisce già un altro scalo (in Russia). C’è un altro fondo, americano, che da tempo ha messo gli occhi sull’aeroporto di Rimini. La società opera nel campo della distribuzione di carburante, ha forti interessi anche in Russia, e ha voluto informazioni sullo scalo. Anche una società israeliana si è interessata al ‘Fellini’. In questo caso il ‘gancio’ pare essere stato Maurizio Tucci, per pochi mesi presidente di Aeradria. Altre richieste di informazioni sono arrivate dalla Grecia. Dal 9 giugno, ultimo giorno di presentazione delle buste, si capirà se tutti gli abboccamenti di questi mesi si concretizzeranno in un’offerta. Che potrebbe rivelarsi vincente anche se non ci sarà alcun compenso economico per le opere infrastrutturali già realizzate in questi anni da Aeradria. Il bando pubblicato da Enac prevede che l’offerta (minima di 3 milioni di euro, massima di 6 milioni e 654mila) dia 15 punti dei 100 totali, ma non è un requisito indispensabile. Sulla carta chiunque, forte di un progetto industriale ed economico-finanziario che convinca Enac, potrebbe vincere la gestione del ‘Fellini’ senza offrire un euro. Non si dà ancora per vinta la Carim sul fallimento. La banca, nel consiglio d’amministrazione dell’altro ieri, ha chiesto all’ufficio legale di verificare subito la possibilità di impugnare in Cassazione il fallimento di Aeradria, dopo che la Corte d’Appello ha confermato il crac. Carim si opporrà anche alla decisione del tribunale di non riconoscerla tra i creditori, pur avendo accertato che la banca ha perso, con il crac, i 9 milioni di finanziamenti erogati all’aeroporto. Il Resto del Carlino