IL SILURO agli uomini che hanno gestito per anni il vecchio aeroporto Fellini’ è arrivato mentre il nuovo, quello targato Airiminun, si prepara al decollo. E la bomba che è scoppiata ieri mattina è devastante. Alle 8,30 le divise delle Fiamme gialle di Rimini hanno bussato alle porte dei nomi che contano in città, sindaco Andrea Gnassi in testa, per notificare sequestri preventivi che raggiungono i 34 milioni di euro nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento di Aeradria, la società che ha gestito lo scalo riminese fino al novembre del 2013 quando venne dichiarato il suo fallimento. Sono nove gli indagati eccellenti per associazione a delinquere finalizzata alla truffa delle erogazioni pubbliche colpiti dal provvedimento di sequestro preventivo, seppur in solido, da 749mila euro ciascuno. E’ stato, infatti, notificato all’attuale primo cittadino, Andrea Gnassi, al suo predecessore, Alberto Ravaioli, agli ex presidenti della Provincia Stefano Vitali e Nando Fabbri, al presidente di Rimini Fiera Lorenzo Cagnoni ed all’ex presidente della Camera di Commercio, Manlio Maggioli, all’ex presidente di Aeradria Massimo Masini, al vice presidente Massimo Vannunci ed Alessandro Giorgetti, presidente di Air A Masini, Giorgetti e Vannucci è stato anche notificato un ulteriore sequestro da nove milioni e mezzo di euro, cifra derivata dal presunto profitto delle bancarotte. MA NON basta: nei riguardi di Giorgetti, Masini, Vannucci, del commercialista Santo Pansica e di un dipendente amministrativo di Aeradria, Fabio Rosolen il gip, Fiorella Casadei ha anche applicato la misura coercitiva dell’obbligo della dimora «perchè sussiste un concreto pericolo di inquinamento probatorio ed il pericolo di reiterazione». Un autentico tsunami quello che ha colpito Rimini nei suoi uomini più in vista. Ma l’elenco degli indagati è lungo: sono ben 34 in totale. Tra questi figurano, oltre a Gnassi, anche gli attuali primi cittadini di Misano, Stefano Giannini, di Morciano, Claudio Battazza, di Bellaria Enzo Ceccarelli e Massimo Pironi, ex sindaco di Riccione, Marco Tamanti, ex sindaco di Cattolica, oltre a tutti i membri dei vecchi consigli d’amministrazione di Aeradria. L’INCHIESTA era partita nel marzo del 2013, ma il caso Aeradria aveva origini e radici più lontane. Nel 2001 la Corte dei Conti aveva già ravvisato possibili violazioni negli accordi fra le società, in particolare con Ryanair. E, stando agli inquirenti, proprio per aggiare quegli ostacoli, sarebbero sorte altre società satellite (Rdr e Air) sulle quali far ruotare risorse pubbliche per mantenere in vita il «Fellini». Il resto è storia.
Il Resto del Carlino