Procuratore Giovagnoli, molti indagati, sindaco Gnassi in testa, vi accusano di non averli ascoltati. «Hanno avuto due anni di tempo per farlo. Non hanno scoperto ieri di essere indagati. Avrebbero potuto chiedere loro di essere sentiti, oppure, tramite i loro legali, avrebbero potuto presentare delle memorie difensive. I margini ci sono, ma nessuno ha mosso un dito per venire ascoltato. Le regole del processi sono chiare: fino a quando non vengono formalmente contestati i reati, chi indaga non può interrogare. Quando invece c’è la conclusione delle indagini, è diritto dell’indagato chiedere l’interrogatorio e la Procura deve concederlo». I provvedimenti che sono stati fatti, su disposizione del gip, sequestri milionari, obbligo di dimora per cinque indagati, hanno avuto un effetto devastante sulla città. Tranquillo? «Certo, sull’indagine Aeradria parlano i provvedimenti». Nando Fabbri sostiene che la Procura ha preso una cantonata… «Noi rappresentiamo una parte, i provvedimenti sono stati emessi dal giudice. Può sempre fare il Riesame e vedremo se si tratta o meno di una cantonata». L’ipotesi di associazione a delinquere ha sollevato molto clamore, se lo aspettava? «Fanno confusione con quella di stampo mafioso. Associazione a delinquere significa che più persone attraverso un accordo hanno commesso una serie di reati protratti nel tempo. E per noi, dopo le nostre indagini, questo è avvenuto, sono state aggirate delle regole, commettendo dei reati pur di tenere in vita l’aeroporto e facendo accumulare sempre più debiti ad Aeradria». Il Resto del Carlino
