Crac Voce. Gianni Celli, contatti proibiti. Resta ai domiciliari

celli«Gli arresti domiciliari di Gianni Celli? Costituiscono il minimo baluardo per impedire all’indagato di non reiterare comportamenti illeciti». Non usano giri di parole i magistrati del Tribunale della libertà di Bologna che hanno bocciato il riesame avanzato da Alessandro Catrani, difensore del fondatore del quotidiano La Voce, contro l’ordinanza del gip Fiorella Casadei che confinava Celli ai domiciliari, perchè indagato per malversazione a danno dello Stato, falso in bilancio, bancarotta fraudolenta. Secondo gli inquirenti Celli avrebbe dirottato quattro milioni di euro di contributi statali per l’editoria nelle sue società del settore immobiliare.
Nelle loro motivazioni, i magistrati hanno aggiunto: «Nel ristretto tempo in cui è stato sottoposto ai domiciliari, Celli ha commesso violazioni al provvedimento, comunicando con più persone diverse da quelle stabilite. Un comportamento che dimostra la mancanza di autocontrollo da parte dell’indagato, il suo mancato riconoscimento dei provvedimenti dell’autorità e della legge». Insomma, i togati bolognesi ritengono che «sussista in modo palese e concreto il pericolo di reiterazione di reati analoghi a quelli a lui imputati, data la personalità di Celli che ricopre ancora il ruolo di amministratore di numerose società». Il Resto del Carlino