Credito Sammarinese, anche i dipendenti in magistratura.

Prima, e soprattutto, dopo l’arresto dell’ex direttore Valter Vendemini con l’ipotesi di accusa di riciclaggio, sono entrate nel vivo le indagini sammarinesi sui due conti – depositati nell’istituto di credito – e riconducibili al narcotrafficante Vincenzo Barbieri: depositati oltre un milione e 300mila euro che il commissario della legge Rita Vannucci ritiene siano i proventi illeciti del giro internazionale di droga.

Da allora, proprio il titolare del fascicolo d’inchiesta sammarinese ha chiamato all’appello diversi testi, tra cui ovviamente parte dei dipendenti del CS, tra cui quelli per i quali il conto sarebbe potuto passare.

E quelli deputati ai controlli, obbligatori per legge di fronte a un rapporto bancario simile.

Sì, perché la nuova legge sul riciclaggio, obbliga le banche alla cosiddetta adeguata verifica, e cioè ai controlli – compresi quelli sul casellario giudiziale – di chi si presenta in banca con più di 15mila euro. E i controlli, su Barbieri, ha garantito Vendemini dal carcere dei Cappuccini, sono stati fatti. Ma, a suo dire, non sarebbe stato trovato nulla che potesse inficiare il rapporto con la banca. In realtà, da quell’adeguata verifica era emerso un precedente per droga risalente al 2007.

Proprio per questo, di fronte al commissario della legge Vannucci e di fronte ai due pm della Dda di Catanzaro, Salvatore Curcio e Paolo Petrolo – che, titolari delle indagini sull’uccisione di Barbieri, sono saliti apposta sul Titano per sentire l’ex direttore – Vendemini ha confessato di sapere ora “di aver sbagliato”, ha detto. San Marino Oggi