Credito Sammarinese. Barbieri è stato scoperto grazie ai dipendenti della Banca

E’ proprio così. Tutto ebbe inizio grazie alle segnalazioni dei dipendenti, i quali erano poco convinti dell’operazione di apertura del conto a Barbieri e del versamento di quei soldi che puzzavano di muffa. Soldi sporchi in tutti i sensi.

Il versamento contestato a gran voce dai dipendenti e da loro stessi segnalato all’autorità di vigilanza sarà effettuato in due tranche e dell’importo di circa un mioline e trecento mila euro. Occorre quindi dire che il tentativo è stato però scongiurato grazie alla reazione dei dipendenti del Credito Sammarinese che con la loro opposizione hanno bloccato l’affare e fatto intervenire le autorità di vigilanza.

Dalle notizie che trapelano dagli atti dell’inchiesta risulterebbe un forte coinvolgimento del direttore Vendemini nei rapporti con Barbieri che ne avrebbe assecondato la presenza quale cliente della banca e gli stessi inquirenti si interrogano sui motivi del preventivato versamento di 15 milioni di euro (di cui solo 1,3 è realmente avvenuto), giungendo ad una sola risposta: Barbieri voleva assicurarsi un luogo per gestire e riciclare il denaro.

Secondo le fantasiose tesi di Galullo, tutte da dimostrare, Barbieri voleva interporsi nella trattativa di acquisizione della banca tra Amati e il Banco de Rio de Janeiro, trattativa peraltro non ancora in alto mare (come dice lo stesso) e farla saltare. Acquistarla lui stesso ed utilizzarla per le operazioni di riciclaggio estero su estero. Il prezzo era fissato in 15 milioni di euro, e questo 1,3 milioni versati ai primi dell’anno era solo la prima tranche.

Tutto può essere, ma non vediamo gli elementi per scrivere ciò. Secondo noi le cose non stanno così la trattativa con il Banco de Rio de Janeiro (addirittura un giornalista italiano ha provato, senza successo, ad insinuare che anche questi fossero dei delinquenti ma nessuno se l’è filato tanto era grossa e quanto inutile come balla), era a buon punto tanto che Amati aveva già intascato 500.000 euro di caparra e l’operazione si sarebbe chiusa con l’avallo di Banca Centrale, che non sarebbe mai arrivato in quanto la stessa è da sempre più interessata all’accorpamento ed alla fusione delle piccole banche con quelle più grandi e non a far entrare denaro fresco esterno alla realtà sammarinese. Invece proprio in risposta a questa volontà di Amati di vendere all’estero sono arrivati nel giro di un anno addirittura due commissariamenti, l’ultimo pavidamente solo dopo che la magistratura ha aperto l’indagine ‘Barbieri” ed arrestato il suo ex-Direttore.

Daltronde anche Giulietto Tremonti si è espresso in questa maniera, no?