Cremlino, ‘perquisizioni monastero Kiev azione di guerra’

La Chiesa ortodossa russa ha denunciato come “un atto di intimidazione” una serie di perquisizioni nello storico Monastero delle Grotte a Kiev da parte dei servizi d’intelligence e di sicurezza ucraini. Il Monastero delle Grotte (Pechersk Lavra), fondato nell’XI secolo e uno dei maggiori centri della Cristianità ortodossa, è sotto il controllo della Chiesa ortodossa ucraina fedele al patriarcato di Mosca. I media ucraini, sottolinea la Chiesa ortodossa russa, hanno dato notizia di perquisizioni in corso del monastero da per il sospetto che il luogo sacro sia usato per “ospitare gruppi sovversivi o di spionaggio, cittadini stranieri o immagazzinare armi”. “Come molti altri casi di persecuzione dei credenti in Ucraina fin dal 2014, questo atto di intimidazione sarà quasi certamente ignorato da coloro che si definiscono come la comunità internazionale dei diritti umani”, afferma sul suo canale Telegram Vladimir Legoyda, rappresentante della Chiesa ortodossa russa, citato dall’agenzia Interfax. “Preghiamo – aggiunge Legoyda – per i nostri correligionari di Pechersk Lavra, vittime dell’illegalità, e facciamo appello a tutti i responsabili perché facciano il possibile in modo che la persecuzione finisca e l’antico monastero rimanga un luogo di preghiera per la pace”.

La reazione del Cremlino

Il Cremlino denuncia come “un’azione militare contro la Chiesa ortodossa russa” le perquisizioni  nello storico Monastero delle Grotte a Kiev da parte dei servizi d’intelligence e di sicurezza ucraini. Lo afferma il portavoce Dmitry Peskov citato dall’agenzia Interfax. Il servizio di sicurezza dell’Ucraina ha condotto un’azione di controspionaggio nel monastero insieme alla polizia nazionale e alla guardia nazionale “nel quadro del lavoro della Sbu per contrastare le attività sovversive dei servizi speciali russi in Ucraina”.
   


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