LONDRA Sette punti di vantaggio a favore della Brexit registrati dall’ultimo sondaggio e un intervento di peso come quello di The Sun, tabloid di casa Murdoch da 1,7 milioni di copie al giorno, a favore del divorzio di Londra dalla dittatoriale Bruxelles. Sono solo due degli elementi che a pochi giorni dal voto del 23 giugno prossimo stanno trasformando il nervosismo pre-referendario in una vera e propria isteria che non ha mancato di ripercuotersi sui listini europei per il quinto giorno consecutivo.
Il Ftse 100 ha perso il 2% e Milano il 2,1%, mentre lo spread Btp-Bund decennali è balzato a 150,5 punti, massimi da febbraio. I timori sull’esito del voto britannico hanno spinto i tassi d’interesse sui bund in territorio negativo per la prima volta, il che significa che gli investitori sono pronti a pagare in cambio della sicurezza dei titoli tedeschi.
In sofferenza anche il petrolio, sceso sotto quota 50 dollari, e la sterlina, che ha continuato la sua discesa nei confronti del dollaro a 1,4099 e si è rafforzata leggermente rispetto all’euro a 0,7943. A Londra la tensione è palpabile: dopo aver praticamente gestito da solo la campagna a favore di Remain, (rimanere), il premier David Cameron si è fatto da parte per lasciare al Labour di Jeremy Corbyn il compito di cercare di convincere il suo elettorato più working class dei vantaggi di una permanenza nella Ue, puntando a rassicurare sull’argomento che più preoccupa, ossia l’immigrazione.
NUOVE REGOLE
Mentre Corbyn elogiava il ruolo svolto dai 52mila medici e infermieri europei all’interno del servizio sanitario nazionale, il suo vice Tom Watson ha chiesto che in futuro vengano ridefinite le regole in materia di libera circolazione dei lavoratori e ha sottolineato come le preoccupazioni dell’elettorato laburista vadano tenute in massima considerazione da parte del partito. Ma ora che il Sun, giornale dalla circolazione inferiore solo a quella del Daily Mail, che non è un tabloid ma che è altrettanto euroscettico, si è schierato senza mezzi termini nella campagna e referendaria con una prima pagina dal titolo inequivocabile Beleave, gioco di parole tra believe, credere, e leave, lasciare, il rischio è che la working class diventi sempre più difficile da convincere. Il Sun non si è mai schierato con la fazione perdente nella sua storia recente e la presa di posizione, per quanto attesa, è più forte e netta del previsto.
«Nei nostri 43 anni all’interno della Ue, questa si è dimostrata sempre più avida, sperperatrice, aggressiva e impressionantemente incompetente nelle crisi», si legge nell’editoriale, che «esorta tutti a correggere questo errore storico». Secondo un’indagine commissionata dal Times, solo il 39% dei britannici vuole restare, mentre il fronte anti-Ue sarebbe al 46%, con un 11% di indecisi. Con le iscrizioni al voto chiuse da quasi una settimana dopo un’estensione di due giorni voluta dal governo per permettere a chi aveva avuto problemi tecnici sul sito governativo di registrarsi all’ultimo momento, qualcuno, nei corridoi del potere, continui a esprimere previsioni rassicuranti a mezza bocca. Ma quale che sia la «decisione legittima» del Regno Unito, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato come l’integrazione europea debba andare avanti («Non torniamo indietro»), poiché sarebbe «antistorico» fare altrimenti. Il sottosegretario agli Esteri Sandro Gozi ha invece sottolineato come i danni economici per l’Italia, in caso di Brexit, sarebbero limitati
Il Messaggero.it